lunedì 15 marzo 2010

Anima assente


Non ti conosce il toro, non il fico,

né cavalli o formiche della casa.

Non ti conosce il bimbo né la sera

perché per sempre tu sei morto.

Non ti conosce il dorso della pietra,

né il raso nero dove ti distruggi.

Non ti conosce il tuo muto ricordo

perché per sempre tu sei morto.

E l'autunno verrà con le sue chiocciole,

l'uva di nebbia e i monti asserragliati,

ma nessuno vorrà guardarti gli occhi

perché, per sempre, tu sei morto.

Perché, per sempre tu sei morto,

come tutti i defunti della terra,

come tutti i defunti abbandonati

in un mucchio di cani senza vita.

Nessuno ti conosce. Eppure io ti canto.

Canto per il futuro la tua grazia e il profilo,

la tua maturità insigne del sapere,

la tua brama di morte e il gusto del suo labbro,

la tristezza che aveva la tua gioia gagliarda.

Tarderà molto a nascere, se pure nascerà,

un più schietto andaluso, sì ricco d'avventura.

Canto la sua eleganza con parole che gemono

e ricordo una brezza triste nell'uliveto.


Federico Garcia Lorca

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