giovedì 26 aprile 2018

LUI LA RACCHIUSE IN UNA SOLA PAROLA ABBRACCIAMI

Lei era un sorriso lui una smorfia di fumo, che facevano questi due insieme , perché si parlavano come da sempre e perché si tenevano per mano? La domanda era così grande che decisero che l'unica risposta erano loro e in quel momento senza darsi conto si baciarono.
Lei sapeva come disegnare i giorni e lui li riempiva di parole che rincorrevano ai disegni indefiniti che raccontavano all’uno e all’altro come non si può mescolare parola e disegno, ma non importava, tutto aveva il proprio colore e tutto aveva la giusta confusione e lei sorrideva e lui fumava e di tanto in tanto, per non perdere l’abitudine, si baciavano o si davano una carezza, che erano molto di più che disegni e parole.
C’erano dei momenti in cui entrambi si alzavano lasciando la matita e la penna e incominciavano a disegnare sui corpi e riempirli con parole che solo loro potevano vedere e sentire ... erano momenti fantastici, i loro corpi si disegnavano e nell’aria le loro parole erano cuscini di nuvole. Lei sempre aveva il sorriso finale.
Lei non conosceva che aspetto avesse e lui ignorava quello di lei. Erano come due fotografie una di fronte all'altra e solo guardandole con molta attenzione si potevano scoprire i dettagli che le formavano . Ma per loro due non sembrava essere importante, era sufficiente che l' una disegnasse e l’altro scrivesse . Solo gli occhi erano quelli del suo disegno senza tratti, quelli di lui che erano parole senza fogli. Il mistero era che lui vedeva i disegni e lei leggeva le parole.
Loro inconsapevolmente avevano scoperto questa rara bellezza di incontrarsi. Questa bellezza che non ha linee né lettere, non è dipinta né scritta, è come il passare delle nuvole nel cielo dell’altipiano. Sono nuvole, volti, baci, desideri e carezze , ma non erano questo, erano nuvole. Come dire una bellezza che ha la forma di una fantasia, che possono condividere solo quelli che sentono senza vedere, vedendosi come si vedono le nuvole che forse non sono nuvole ... Si baciarono un’altra volta.
E la paura? Che paura potevano avere questi disegnatori parlanti con uno sconosciuto. Senza dubbio solo quella di conoscersi. Gli occhi d’entrambi ridevano, lei disegnava e lui scriveva, lei beveva il caffè e lui si accendeva una sigaretta e solo si guardavano e sorridevano, anche se non si erano mai guardati. Sapevano che all’incontrarsi i loro occhi avrebbero avuto la stessa complicità, i gesti dell’abbandonarsi, la stessa armonia. Si erano toccati molto prima, quando si disegnò la prima parola : Ciao.
Lui pensava seriamente che la desiderava tanto, che avrebbe voluto toglierle il pennello di mano e baciarla e solo lasciarle vedere niente di più che il suo cuore anelante . Ma senza un gesto di lei mai avrebbe potuto farlo, necessitava di quello sguardo che volge le nuvole in pioggia o sole. Non si può toccare una fantasia se lei non ti da il permesso . Lei disegnò un sorriso lento e distante. Lui capì solo che doveva raggiungerla per toccarla, lei tracciò due braccia aperte lui le racchiuse in una sola parola: abbracciami.

 
Antonio Nazzaro

venerdì 6 aprile 2018

QUELLI COME ME SONO AMANTI.

Quelli come me vanno bene per il letto
Quelli come me, lo fanno bene il sesso, come più ti piace
perchè quelli come me sono nati per dare piacere.

Quelli come me ti danno dolore,che diventa piacere
quelli come me sanno di miele di cuoio e sigarette.

Quelli come me sono a loro agio nelle camere d'albergo, sulle scrivanie, sui divani, anche a
casa ma per un fine settimana.

Quelli come me si amano per l'eternità, purché l'eternita
non sia,per sempre.

Quelli come me non si condannano e nemmeno si perdonano,
si cancellano.

Quelli come me, dormono soli, mangiano soli, sognano soli
quelli come me sono, da bere, da farsi fare l'amore
quelli come me non sono mariti, né compagni.
Quelli come me vanno bene per ogni occasione
sono colti, eleganti, di piacevole aspetto, ironici
e ti fanno sorridere di gusto con gusto.

QUELLI COME ME SONO
AMANTI.

Lorenzo Vitaliani