lunedì 30 agosto 2010

Io non so.




Io non so. Se avessi una vita davanti a me – io che sto per morire – la passerei a raccontare questa storia..


Senza smettere mai, mille volte,per capire cosa vuol dire che la verità si concede solo all’orrore,
 e che per raggiungerla abbiamo dovuto passare da questo inferno, per vederla abbiamo dovuto distruggerci l’un l’altro, 
per averla abbiamo dovuto diventare belve feroci, per stanarla abbiamo dovuto spezzarci di dolore. 
E per essere veri abbiamo dovuto morire.
 Perché? 
Perché le cose diventano vere solo nella morsa della disperazione? 
Chi ha rigirato il mondo in questo modo, che la verità deve stare nel lato oscuro, 
e l’inconfessabile palude di un’umanità reietta è l’unica schifosa terra in cui cresce ciò che, 
solo, non è menzogna? 
E alla fine: che verità è mai questa, che puzza di cadavere,
 e cresce nel sangue, si nutre di dolore, e vive dove l’uomo marcisce? 
È la verità di chi? È una verità per noi? 
Là sulla riva, in quegli inverni, io immaginavo una verità che era quiete, era grembo, era sollievo, e clemenza, e dolcezza.
 Era una verità fatta per noi. 
Che noi aspettava, e su di noi si sarebbe chinata, come una madre ritrovata. 
Ma qui, ho visto la verità fare il suo nido, meticolosa e perfetta:
e quel che ho visto è un uccello rapace, magnifico in volo, e feroce. 
Io non so. Non era questo che sognavo, d’inverno, quando sognavo questo. 

A. Baricco

domenica 29 agosto 2010

La soglia della vita




Nasco,
rinasco sempre dallo stesso parto
di sofferenza e di rinuncia,
tra le stesse radici di sangue
e le lacrime e le grida
per annunciare la vita.
Muoio,
rinasco dallo stesso parto assurdo,
di materia e di umori,
di sangue e amore di donna,
a gridare la mia esistenza.
Con il sale e farfalle in volo,
tento di colorare i miei disinganni,
con parole d'amore i miei versi.
Nasco,
rinasco ancora,
da un parto assurdo
di sesso assuefatto ad asincrone
sensazioni di passione,
nell'ultima briciola d'amore
raccolta in un universo di non amore!

sabato 28 agosto 2010

Padroni e lavoratori: applicate la Costituzione

                       

di Diego Novelli


Non è una boutade la nostra, ma una proposta seria anche se provocatoria.

A seguito della vicenda Fiat-Melfi che ha visto tre operai licenziati perché scioperavano, dopo la sentenza della magistratura che li ha reintegrati, dopo il rifiuto della Fiat di rispettare il giudizio del magistrato del lavoro, abbiamo avuto l'exploit di Marchionne al raduno di Comunione e Liberazione di Rimini subito proclamato cavaliere senza macchia e senza paura.

La sintesi del discorso dell'amministratore delegato della Fiat è questa:

1) io ho sempre ragione;

2) è finito il tempo della guerra tra padroni e operai;

3) ci vuole un patto sociale tenendo conto però del quadro internazionale che impone anche scelte dolorose.

Prendiamo sul serio i punti 2 e 3 anche perché, ci scusi Marchionne, c'era già Mussolini che aveva sempre ragione e sappiamo dove ha trascinato l'Italia e che fine abbia fatto.

Riteniamo che gli operai non pratichino come sport la guerra ai padroni anche perché fare sciopero costa. Hanno solo la pretesa di difendere i loro diritti acquisiti ed il rispetto dei contatti e delle leggi.

Non è dello stesso parere Marchionne che, ad esempio a Pomiglianio e poi arriverà anche la volta di Mirafiori (anche se il sindaco Chiamparino continua acriticamente a fare il tifo per lui), vuole ridurre il tempo della pausa pranzo, aumentare la velocità delle linee di montaggio e decide lui i turni reintroducendo il lavoro notturno, il sabato e anche la domenica per meglio sfruttare gli impianti.

L'uomo, che non porta mai la giacca, dimentica che il padrone decide come vuole sull'uso del capitale e degli impianti che però non sono sufficienti per fare impresa: occorre anche la forza lavoro, e l'uso di questa va contrattato, non può disporne come meglio ritiene.

Inutile che studiosi di sinistra (o presunti tali) come il professor Berta e il senatore Ichino ci ricordino che va tenuto conto del rispetto degli standard dell'Occidente industrializzato.

In altre parole anche in Italia si deve fare come negli Stati Uniti o in Germania.

Se così dovesse essere non va dimenticato che nelle imprese di questi due grandi paesi i lavoratori hanno una loro rappresentanza nei consigli di amministrazione sia pur con voto consultivo e non deliberativo.

Se non altro sono informati di ciò che realmente accade nelle loro aziende e dove hanno una partecipazione azionaria attraverso i sindacati, possono meglio tutelare i loro interessi.

E veniamo alla proposta di cui abbiamo accennato in apertura di questa nota.

Perché i vari Chiamparino, Berta, Ichino, esponenti della sinistra (o presunta tale) non chiedono al governo, alle forze politiche di maggioranza e di opposizione, alla Confindustria e ai sindacati l'attuazione dell'articolo 46 della Costituzione che recita:

«Ai fini dell'elevazione economica e sociale del lavoro in armonia con le esigenze della produzione, la Repubblica riconosce il diritto dei lavoratori a collaborare, nei modi e nei limiti stabiliti dalla legge, alla gestione delle aziende».

Alludeva forse alla Costituzione il presidente della Repubblica nei suoi interventi sulla vicenda di Melfi?

Potrebbe essere uno strumento utile per stabilire quel patto sociale auspicato da Marchionne e in sintonia con il quadro internazionale.

http://www.nuovasocieta.it/inchieste/7200-melfi-colpirne-tre-per-educarne-cento.html

http://www.nuovasocieta.it/attualita/7247-marchionne-contro-tutti.html

mercoledì 25 agosto 2010

Mio vero


Sii dolce con me.

 Sii gentile.

E’ breve il tempo che resta. Poi

saremo scie luminosissime.

E quanta nostalgia avremo

dell’umano.

Come ora ne

abbiamo dell’infinità.

Ma non avremo le mani.

Non potremo

fare carezze con le mani.

E nemmeno guance da sfiorare

leggere.

Una nostalgia d’imperfetto

ci gonfierà i fotoni lucenti.

Sii dolce con me.

Maneggiami con cura.

Abbi la cautela dei cristalli

con me e anche con te.

Quello che siamo

è prezioso più dell’opera blindata nei sotterranei

e affettivo e fragile.

La vita ha bisogno

di un corpo per essere e tu sii dolce

con ogni corpo.

Tocca leggermente

leggermente poggia il tuo piede

e abbi cura

di ogni meccanismo di volo

di ogni guizzo e volteggio

e maturazione e radice

e scorrere d’acqua e scatto

e becchettio e schiudersi o

svanire di foglie

fino al fenomeno

della fioritura,

fino al pezzo di carne sulla tavola

che è corpo mangiabile

per il mio ardore d’essere qui.

Ringraziamo.

 Ogni tanto.

Sia placido questo nostro esserci –

questo essere corpi scelti

per l’incastro dei compagni

d’amore.

M.G.

lunedì 23 agosto 2010

Solidarietà agli Operai di Melfi

FIAT/Marchionne agli operai reintegrati: «Non presentatevi in fabbrica non intendiamo avvalerci delle vostre prestazioni »


La Fiat ha inviato ai tre operai dello stabilimento di Melfi (Potenza) licenziati nel luglio scorso e reintegrati dal giudice del lavoro circa due settimane fa un telegramma in cui ha comunicato loro che :

«non intende avvalersi delle loro prestazioni»,
invitandoli a non presentarsi in fabbrica, lunedì prossimo, 23 agosto, alla riapertura dello stabilimento dopo la pausa estiva.
L'azienda ha precisato ai tre operai (due dei quali sono delegati della Fiom) che rispetterà gli obblighi contrattuali nei loro confronti, fino al 6 ottobre, quando sarà discusso il ricorso dell'azienda contro la sentenza del giudice del lavoro che ha reintegrato i tre dipendenti.
Il segretario regionale della Basilicata della Fiom, Emanuele Di Nicola, ha definito la decisione della Fiat

«un reiterato comportamento antisindacale dell'azienda. Con i nostri legali valuteremo già oggi come ribattere a tale posizione».
Lunedì prossimo la Fiom aveva già deciso - e De Nicola ha confermato tale scelta - di istituire un presidio davanti alla fabbrica di Melfi della Fiat,

«per spiegare ai lavoratori i contenuti del ricorso sul licenziamento dei tre operai, accolto dal giudice del lavoro». Il presidio si farà «e i tre operai - ha aggiunto De Nicola - saranno a disposizione dell'azienda a partire dal turno delle ore 14».Il dirigente della Fiom ha definito «assurdo e incomprensibile l'atteggiamento della Fiat che appena due giorni fa aveva comunicato ai tre operai la decisione di reintegrarli, rispettando la decisione del giudice del lavoro».

I tre operai furono licenziati nello scorso mese di luglio. Il 9 agosto scorso, il giudice del lavoro di Melfi ha accolto il ricorso della Fiom e ha disposto il reintegro dei tre dipendenti. Ieri i legali della Fiat hanno depositato il ricorso contro tale decisione, che sarà discusso a partire dal prossimo 6 ottobre.
 
http://www.unita.it/news/economia/102628/la_fiat_agli_operai_reintegrati_non_presentatevi_al_lavoro

giovedì 19 agosto 2010

Cercami


Cercami


come quando e dove vuoi

cercami

è più facile che mai

cercami

non soltanto nel bisogno

tu cercami

con la volontà e l’impegno.. rinventami!

Se mi vuoi

allora cercami di più

tornerò

solo se ritorni tu

sono stata invadente

eccessiva lo so

il pagliaccio di sempre

anche quello era amore però..

Questa vita ci ha puniti già

troppe quelle verità

che ci son rimaste dentro..

Oggi che fatica che si fa

come è finta l’allegria

quanto amaro disincanto..

Io sono qui

insultami,feriscimi

sono così

tu prendimi o cancellami..

Adesso si

tu mi dirai che donna mai.. ti aspetti.

Io mi berrò

l’insicurezza che mi dai

l’anima mia

farò tacere pure lei

se mai vivrò

di questa clandestinità per sempre..

Fidati

che hanno un peso gli anni miei

fidati

e sorprese non avrai

sono quella che vedi

io pretese non ho

se davvero mi credi

di cercarmi non smettere no..

Questa vita ci ha puniti già

l’insoddisfazione è qua

ci ha raggiunti facilmente..

così poco abili anche noi

a non dubitare mai

di una libertà indecente

io sono qui

ti servirò ti basterò

non resterò

una riserva, questo no..

Dopo di che

quale altra alternativa può.. salvarci!

Io resto qui

mettendo a rischio i giorni miei

scomodo si

perché non so tacere mai..

Adesso sai

senza un movente non vivrei.. comunque.

Cercami.. cercami.. non smettere
 
Renato Zero

lunedì 16 agosto 2010

Sono fatta così




Pronuncio parole astratte e faccio pensieri strani

accantonando per un attimo quegli ideali

che inconsciamente rincorro da sempre

e voglio che nulla ora duri in eterno

incassando a più non posso il vostro dissenso.



Sono fatta così e non ho voglia di cambiare,

amo farmi del male per poi capire

la soluzione più giusta da adottare.



Da adesso penso a me stessa

dopo che per tanto tempo mi sono data solo agli altri

e faccio finta di non vederti

mentre chiedi aiuto e sei capace solo di commiserarti,

ma sono fatta così

e per oggi metto un pò da parte i sentimenti

perchè sono stanca e non potrei fare altrimenti.



Ma il mio grande problema è che mi conosco

e so che già da domani inizierai a mancarmi,

cercherò di odiarti mentendo sul tuo conto

anche se non riuscirò mai a screditarti

e farò finta di non sentire la tua voce che mi chiama

e che ogni volta mi fotte commuovendomi l'anima.



Sono fatta così,

oggi piango mentre ieri ridevo dei miei mali,

amo la libertà ma non voglio che lasci le mie mani

facendomi rimanere in balìa di me stessa

e di quell'Uomo Senza Volto che aprirà gli occhi

per scoprire che sei sempre tu il mio unico e bellissimo universo.
 
L'Uomo senza volto

domenica 15 agosto 2010

Esiste



Esistono persone nelle nostre vite che ci rendono felici per il semplice caso di avere incrociato
il nostro cammino..

venerdì 13 agosto 2010

Hago girar mis brazos como dos aspas locas





 Faccio girare le mie braccia come due aspi folli..
nella notte tutta di metalli azzurri.

Verso il punto in cui i sassi non arrivano e
ritornano.
Verso il punto in cui i fuochi oscuri si
confondono.
Ai piedi delle muraglie che il vento immenso
abbraccia.
Correndo verso la morte come un grido verso
l'eco.
Il remoto, verso il punto in cui ormai non resta
che la notte
e l'onda dell'intento, e la croce del desiderio.
Fanno venir voglia di gemere il singhiozzo più
lungo.
Bocconi di fronte al muro che sferza il vento
immenso.

Ma voglio posare i miei piedi oltre questa
impronta:
ma voglio sconvolgere questi astri infuocati:
quel che è la mia vita e sta oltre la mia vita,
ciò che è di ombre dure, di nulla, di remoto:
voglio ribellarmi nelle ultime catene che mi
imprigionano,
sopra questo spavento borioso, in quest'onda di
vertigine,
e lancio i miei sassi tremanti verso questo paese
nero,
solo, sulla vetta dei monti,
solo, come il primo defunto,
girando impazzito, preda del cielo oscuro
che guarda immensamente, come il mare nei
porti.

Qui, la zona del mio cuore,
colma di gelido pianto, bagnata di sangue
tiepido.
Da esso, sento saltare i sassi che mi annunciano.
In esso danza il presagio del fumo e della nebbia.
Tutto di vasti sogni caduti goccia a goccia.
Tutto di furie e onde e maree sconfitte.
Ah, il mio dolore, amici, già non è più un dolore
umano.
Ah, il mio dolore, amici, è ormai troppo grande
per la mia vita.
E in esso piego le onde che vanno rovesciando
stelle!
E in esso salgono i miei sassi nella notte nemica!
Voglio aprire nei muri una porta. Questo voglio.
Questo desiderio. Invoco. Grido. Piango.
Desidero.
Sono il più dolente e il più debole. Voglio
esserlo.
Il remoto, là dove ormai non resta
che la notte.

Ma le mie fionde girano. Sono. Grido.
Desidero.
Astro dopo astro, tutti fuggiranno in mille
schegge.
La mia forza è il mio dolore, nella notte. Voglio
così.
Devo aprire quella porta. Devo varcarla. Devo
superarla.
Devono raggiungerla i miei sassi. Grido. Piango.
Desidero.

Soffro, soffro e desidero.Desidero, soffro e
canto.
Fiume di antiche vite, la mia voce salta e si
perde.
Intreccia e disfa lunghe collane atterrite.
Si gonfia come una vela nel vento celeste.
Rosario dell'angoscia, non sono io a sgranarlo.
Filo disperato, non sono io a intrecciarlo.
Il guizzo della spada nonostante le braccia.
L'annuncio nelle stelle della notte imminente.
Sono io: ma la mia voce è l'esistenza che
nascondo.
Il temporale di ululati e lamenti e febbri.
La sete dolorosa che rende prossima l'acqua.
La risacca invincibile che mi trascina a morte.
Allora gira il mio braccio, e la mia anima scintilla.
I tremiti s'inerpicano fino all'incrocio delle mie
ciglia.
Ecco le mie braccia fedeli! Ecco le mie mani
avide!
Ecco la notte assorta! La mia anima grida e
desidera!
Ecco qui gli astri pallidi tutti pieni di enigma!
Ecco qui la mia sete che ulula sulla mia voce
ormai morta!
Ecco qui gli alvei folli che fanno girare le mie
fionde.
Le voci infinite che preparano la mia forza!
E piegato in un nodo di aneliti infiniti,
nell'infinita notte, sciolgono e salgono i miei sassi.
Oltre quelle mura, oltre quei limiti, lontano.
Devo oltrepassare i confini della luce e
dell’ ombra.
Perché non debbo essere io? Grido. Piango.
Desidero.
Soffro, soffro e desidero. Vibro e ronzano le mie
fionde.
Il viaggiatore che protrae il suo viaggio senza
ritorno.
Il fromboliere che infrangerà la fronte dell’ombra.
I sassi entusiasti che faran partorire la notte.
La freccia, la scintilla, la scure, la prua.
Grido. Soffro. Desidero. Allora si alza il mio
braccio,
verso la notte piena di stelle sconfitte.

Ecco la mia voce estinta. Ecco qui la mia
anima caduta.
Gli sforzi vani. La sete ferita e rotta.
Ecco qui i miei agili sassi che ritornano e mi
feriscono.
Le alte luci bianche che danzano e si estinguono.
Le umide stelle assolute e assorte.
Ecco qui le stesse pietre che levò la mia anima in
battaglia.
Ecco qui la stessa notte da dove ritornano.

Sono il più dolente e il più debole. Desidero.
Desidero, soffro, cado. Il vento immenso sferza!
Ah, il mio dolore, amici, non è più dolore
umano!
Ah, il mio dolore, amici, è ormai troppo grande
per l'ombra!
Nella notte, tutta di astri freddi ed erranti,
faccio girar le mie braccia come due aspi folli.


(Da Il Fromboliere entusiasta, Pablo Neruda)

lunedì 9 agosto 2010

Utopia



L'utopia è come l'orizzonte:
cammino due passi, e si allontana di due passi.
Cammino dieci passi, e si allontana di dieci passi.
L'orizzonte è irraggiungibile.
E allora, a cosa serve l'utopia?
A questo: serve per continuare a camminare.
( Eduardo Hughes Galeano)

giovedì 5 agosto 2010

Amicizia



C'è sempre un perché in ogni domanda,
un se in ogni dubbio e un forse in ogni possibilità,
ma in ognuna di esse c'è sempre una soluzione.
I miei amici mi accettano così come sono
e mi danno la forza di essere migliore di quella
che credo mi sia possibile.

C.F.

martedì 3 agosto 2010

Fantasticare come fanno tutte le donne..


Fantasie, fantasie che volano libere..
fantasie che a volte fan ridere..
fantasie che credono alle favole.. .
..favole, favole, favole, favole, favole..FA! FA! FAVOLE!!!
Vasco

Volevo dare voce ad una emozione, senza cadere amico mio,
ma mi hai lasciato giorno e notte nei sogni dell'illusione.
Sono venuta a cercarti nel deserto della tua vita.
Mi hai ascoltato, ma non hai saputo dare voce alle angosce del futuro,
infondo cercavo solo pace, non hai capito che la vita va via veloce.
Sono partita cercando di attraversare il mondo,
ho stretto da sola una grande malinconia.
Già, ognuno i suoi sogni, da seguire forse all'infinito.
Avevo, voglia di abbracciare il mondo, desiderare una sfumatura alla mia ostinazione di abbandono da me stessa.
Che indecisione la vita, capisco che non è un viaggio, ma solo cadere,
giù indifferente alle ferite,
se guardo indietro, non vedo il segreto per vincere, vivere meglio,
ho le catene sulla libertà.
La realtà non è un romanzo, quando hai detto gioca con me,
mi sono messa totalmente, mi sembrava di stare sulle nuvole..
un girotondo da girare la testa,
il cerchio non ha punti di partenza ne fine.
Vero si vince, si perde nel gioco del rischio, ed io sono una che sbaglia sempre,
finisco sempre sul rogo quando gioco col fuoco.
E qui sta la differenza, più ti comprendo, più capisco l'emozione senza le parole..
non si vola contro il destino, l'onda d'urto travolge tutto ciò che di bello si incontra,
contro la gioia di riprendere in mano i pennelli, l'odore intenso dei colori.
Non riesco ancora a capire, sta succedendo tutto in fretta..
e mi chiedo se mai spedisco questi pensieri,
o se tengo il pugno solo sulla società putrefatta di delusioni,
forse per noi pure condizionata da pregiudizi.
Non è forse un miracolo vedere un sorriso nel buio.

C.F.

lunedì 2 agosto 2010

Il 2 Agosto 1980, nella stazione di Bologna. La strage.


Il 2 Agosto 1980, nella stazione di Bologna, esplose una bomba. 85 morti e 200 feriti.
Fra i colpevoli di questo attentato, ci sono i fondatori di Forza Nuova, che verranno scarcerati solo un anno dopo l'attentato.


LA STRAGE

Il 2 agosto 1980, alle ore 10,25, una bomba esplose nella sala d'aspetto di seconda classe della stazione di Bologna.
Lo scoppio fu violentissimo, provocò il crollo delle strutture sovrastanti le sale d'aspetto di prima e seconda classe dove si trovavano gli uffici dell'azienda di ristorazione Cigar e di circa 30 metri di pensilina. L'esplosione investì anche il treno Ancona-Chiasso in sosta al primo binario.
Il soffio arroventato prodotto da una miscela di tritolo e T4 tranciò i destini di persone provenienti da 50 città diverse italiane e straniere.

Il bilancio finale fu di 85 morti e 200 feriti. (testimonianze di Biacchesi e da "Il giorno")
La violenza colpì alla cieca cancellando a casaccio vite, sogni, speranze.

LE VITTIME


ANTONELLA CECI anni 19
ANGELA MARINO "23
LEO LUCA MARINO " 24
DOMENICA MARINO " 26
ERRICA FRIGERIO IN DIOMEDE FRESA " 57
VITO DIOMEDE FRESA " 62
CESARE FRANCESCO DIOMEDE FRESA " 14
ANNA MARIA BOSIO IN MAURI " 28
CARLO MAURI " 32
LUCA MAURI " 6
ECKHARDT MADER " 14
MARGRET ROHRS IN MADER " 39
KAI MADER " 8
SONIA BURRI " 7
PATRIZIA MESSINEO " 18
SILVANA SERRAVALLI IN BARBERA " 34
MANUELA GALLON " 11
NATALIA AGOSTINI IN GALLON " 40
MARINA ANTONELLA TROLESE " 16
ANNA MARIA SALVAGNINI IN TROLESE " 51
ROBERTO DE MARCHI " 21
ELISABETTA MANEA VED. DE MARCHI " 60
ELEONORA GERACI IN VACCARO " 46
VITTORIO VACCARO " 24
VELIA CARLI IN LAURO " 50
SALVATORE LAURO " 57
PAOLO ZECCHI " 23
VIVIANA BUGAMELLI IN ZECCHI " 23
CATHERINE HELEN MITCHELL " 22
JOHN ANDREW KOLPINSKI " 22
ANGELA FRESU " 3
MARIA FRESU " 24
LOREDANA MOLINA IN SACRATI " 44
ANGELICA TARSI " 72
KATIA BERTASI " 34
MIRELLA FORNASARI " 36
EURIDIA BERGIANTI " 49
NILLA NATALI " 25
FRANCA DALL'OLIO " 20
RITA VERDE " 23
FLAVIA CASADEI " 18
GIUSEPPE PATRUNO " 18
ROSSELLA MARCEDDU " 19
DAVIDE CAPRIOLI " 20
VITO ALES " 20
IWAO SEKIGUCHI " 20
BRIGITTE DROUHARD " 21
ROBERTO PROCELLI " 21
MAURO ALGANON " 22
MARIA ANGELA MARANGON " 22
VERDIANA BIVONA " 22
FRANCESCO GOMEZ MARTINEZ " 23
MAURO DI VITTORIO " 24
SERGIO SECCI " 24
ROBERTO GAIOLA " 25
ANGELO PRIORE " 26
ONOFRIO ZAPPALA' " 27
PIO CARMINE REMOLLINO " 31
GAETANO RODA " 31
ANTONINO DI PAOLA " 32
MIRCO CASTELLARO " 33
NAZZARENO BASSO " 33
VINCENZO PETTENI " 34
SALVATORE SEMINARA " 34
CARLA GOZZI " 36
UMBERTO LUGLI " 38
FAUSTO VENTURI " 38
ARGEO BONORA " 42
FRANCESCO BETTI " 44
MARIO SICA " 44
PIER FRANCESCO LAURENTI " 44
PAOLINO BIANCHI " 50
VINCENZINA SALA IN ZANETTI " 50
BERTA EBNER " 50
VINCENZO LANCONELLI " 51
LINA FERRETTI IN MANNOCCI " 53
ROMEO RUOZI " 54
AMORVENO MARZAGALLI " 54
ANTONIO FRANCESCO LASCALA " 56
ROSINA BARBARO IN MONTANI " 58
IRENE BRETON IN BOUDOUBAN " 61
PIETRO GALASSI " 66
LIDIA OLLA IN CARDILLO " 67
MARIA IDRIA AVATI " 80
ANTONIO MONTANARI " 86

domenica 1 agosto 2010

La verità, vi prego, sull'amore



Dicono alcuni che amore è un bambino,
e alcuni che è un uccello,
alcuni che manda avanti il mondo,
e alcuni che è un'assurdità,
e quando ho domandato al mio vicino,
che aveva tutta l'aria di sapere,
sua moglie si è seccata e ha detto che
non era il caso, no.

Assomiglia a una coppia di pigiami,
o al salame dove non c'è da bere?
Per l'odore può ricordare i lama,
o avrà un profumo consolante?
E' pungente a toccarlo, come un pruno,
o lieve come morbido piumino?
E' tagliente o ben liscio lungo gli orli?
La verità, vi prego, sull'amore.

I manuali di storia ne parlano
in qualche noticina misteriosa,
ma è un argomento assai comune
a bordo delle navi da crociera;
ho trovato che vi si accenna nelle
cronache dei suicidi,
e l'ho visto persino scribacchiato
sul retro degli orari ferroviari.

Ha il latrato di un alsaziano a dieta,
o il bum-bum di una banda militare?
Si può farne una buona imitazione
su una sega o uno Steinway da concerto?
Quando canta alle feste, è un finimondo?
Apprezzerà soltanto roba classica?
Smetterà se si vuole un po' di pace?
La verità, vi prego, sull'amore.

Sono andato a guardare nel bersò;
lì non c'era mai stato;
ho esplorato il Tamigi a Maidenhead,
e poi l'aria balsamica di Brighton.
Non so che cosa mi cantasse il merlo,
o che cosa dicesse il tulipano,
ma non era nascosto nel pollaio,
e non era nemmeno sotto il letto.

Sa fare delle smorfie straordinarie?
Sull'altalena soffre di vertigini?
Passerà tutto il suo tempo alle corse,
o stimpellando corde sbrindellate?
Avrà idee personali sul denaro?
E' un buon patriota o mica tanto?
Ne racconta di allegre, anche se spinte?
La verità, vi prego, sull'amore.

Quando viene, verrà senza avvisare,
proprio mentre mi sto frugando il naso?
Busserà la mattina alla mia porta,
o là sul bus mi pesterà un piede?
Accadrà come quando cambia il tempo?
Sarà cortese o spiccio il suo saluto?
Darà una svolta a tutta la mia vita?
La verità, vi prego, sull'amore.

W.H.Auden