domenica 26 settembre 2010

Repubblica

..non voglio stare un secondo in più in un paese in mano alle mafie, laddove la politica è mafia e quest'ultima è politica. Siamo all'interno di un regime politico/mafioso. La lotta alle mafie si fa con lo Stato, la politica e la società tutta. Ma lo Stato, la politica e la società sono in buona parte mafie. In una situazione così inedita ed eccezionale chi dovrebbe proteggere e tutelare la parte sana della società? La parte sana stessa? Sarebbe troppo facile pernsare che la società civile possa incidere sull'esistente, perchè oggettivamente stanno vincendo loro..ogni giorno conquistano quel che vogliono attraverso strumenti leciti ed illeciti (soprattutto illeciti). Il fatto di Cosentino è l'ennesima prova di come vincono sempre le mafie/politica. Vogliamo lottare? Allora ripensiamo agli strumenti di lotta, perchè così come adesso perderemo sempre! Qualcuno potrebbe replicare con la solita retorica del voto. Ma in una società italiana manipolata mediaticamente dall'autocrate Silvio, dove vige il ricatto ed il voto di scambio, laddove vengono persino manipolate le schede elettorali, dove l'estremismo raccoglie largo consenso su un popolo di vecchi, giovani decelebrati ed ignoranti in mano a pregiudizi e stereotipi di ogni sorta..cosa ci aspettiamo dal risultato elettorale? Forse dovremmo dare meno fiducia al voto, ricostruendo prima di tutto un tessuto sociale lontano da questa politica. E solo dopo si potrà pensare al potere democratico dell'alternativa alle elezioni. 
Comunque, siamo nella merda più totale..la sintesi è questa!
Di:Fabio Canò

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