domenica 19 settembre 2010

Poesia Comunista



L'ombra che ho frugato ormai non mi appartiene 
 Non scrivo perché altri libri mi imprigionino bensì per semplici abitanti che chiedono acqua e luna, scuole, pane e vino, chitarre e arnesi.
Scrivo per il popolo per quanto non possa leggere la mia poesia con i suoi occhi rurali.
Verrà il momento in cui una riga, giungerà alle sue orecchie e allora il contadino alzerà gli occhi l'operaio si pulirà la fronte, il pescatore vedrà meglio il bagliore di un pesce che palpitando gli brucerà le mani,il meccanico, pulito, appena lavato, pieno del profumo del sapone guarderà le poesie e queste gli diranno forse: "E' stato un compagno":questa è la corona che voglio.
Voglio che all'uscita di fabbriche e miniere stia la mia poesia attaccata alla terra,all'aria, alla vittoria dell'uomo maltrattato.
Voglio che un giovane trovi nella scorza che io forgiai con lentezza e con metalli come una cassa,aprendola, faccia a faccia, la vita,e affondandovi l'l'anima tocchi le raffiche che fecero la mia gioia...

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