martedì 7 settembre 2010

Il coraggio




Ma che cosa è il coraggio , chiede Socrate ?
Lachete dice che è il non fuggire di fronte ai nemici .
Socrate gli fa notare che è una definizione troppo generica , e per di più si può anche fuggire dai nemici combattendoli in fuga .
Socrate gli dice che se uno gli domandasse che cosa è la velocità , lui direbbe che cosa è relativamente alla voce , relativamente alle gambe , al pensiero ... Poi invita Lachete a dare una risposta del genere a riguardo del coraggio . Egli dice che è una sorta di forza d'animo .
Ma Socrate gli fa notare che quanto ha detto è incoerente perchè così è come se il coraggio fosse una forza illuminata dall'intelligenza . Si potrebbe forse chiamare coraggioso uno che dimostrando forza d'animo spendendo saggiamente denaro in vista di maggior profitto ? O se un medico davanti a un paziente malato di pleurite che gli chiedesse da bere e da mangiare non si lasciasse convincere e resistesse con forza d'animo alle richieste sarebbe coraggioso ? No di certo . Lachete è imbarazzato per la stoltezza che ha detto e dà ragione a Socrate. Poi interviene Nicia che dice più spavaldo che mai che il coraggio è scienza . Ma che scienza ? Chiede Socrate . Di certo non è la scienza del citaredo , nè quella del flautista . E di cosa allora ? Nicia arriva a dire che il coraggio è la scienza delle cose da temere e di quelle da osare , non solo in guerra ( perchè sarebbe troppo generico ) , ma in ogni circostanza . Lachete pensa che Nicia stia dando i numeri : il coraggio come può essere scienza ? Il medico , ad esempio , è colui che conosce i pericoli nelle malattie , il contadino è quello che conosce i pericoli connessi all'attività agricola , e tutti gli altri artigiani conoscono sia gli aspetti sicuri sia quelli pericolosi a riguardo della propria arte . Quindi la scienza del coraggio non pare esistere . Ma Nicia fa notare che se per l'ammalato è motivo maggiore di timore il vivere del morire , il medico può saperlo ? Per molti sarebbe meglio non riprendersi dalla malattia e morire : i medici possono saperlo ? Quelli che preferiscono morire temono altre cose rispetto a quelli che preferiscono vivere . Dipende dal singolo se preferisce affrontare o meno un pericolo . Socrate però fa notare che coraggio non è sinonimo di temerarietà nè di vigliaccheria : è una giusta via di mezzo , che varia a seconda dei casi . Poi Socrate riprende la definizione di Nicia : il coraggio è la scienza delle cose da temere e di quelle da osare . Il coraggio per Nicia è una scienza e , come tutte le scienze , non conosce solo i mali ed i beni futuri e presenti , ma anche i passati . Il coraggio diventerebbe così scienza di tutti i beni ed i mali di tutti i tempi : allora sarebbe la virtù intera ! Ci deve essere qualcosa che non quadra in quanto ha detto Nicia . In conclusione Lisimaco chiede a Socrate se aiuterà a rendere i giovani quanto migliori possibili . Ma Socrate dice , con la solita autodiminuzione , che non ne sarebbe degno , e è emerso anche dal dialogo : come tutti gli altri , anche lui si è trovato in difficoltà nel definire il coraggio .



4 commenti:

  1. Io sono capace di catturare, a mani nude, grossi granchi con formidabili chele capaci di troncare un dito con tutto l'osso.
    Chi assiste alla mia caccia, mi giudica coraggioso mentre invece io sono semplicemente esperto,avendo appreso fin da ragazzo la tecnica necessaria e agisco sicuro di non correre alcun rischio.
    Giudicare un atto "coraggioso" è un fatto soggettivo

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  2. Infatti, il coraggio è l'arte del sapere quando rischiare e quando lasciar perdere. Complimenti per questo post :-)

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  4. @ Giovanni, il coraggio è la denuncia per la grande guerra dell'indifferenza!

    Sicuramente i più coraggiosi sono coloro che hanno la visione più chiara di ciò che li aspetta, così della gioia come del pericolo, e tuttavia l'affrontano.
    Tucidide

    @Maria Il più grande sbaglio nella vita è quello di avere sempre paura di sbagliare.
    Ma la viviamo con coraggio!
    Grazie sei la benvenuta. ;-)

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