venerdì 8 ottobre 2010

Regione Lazio: diritti delle donne a rischio



La Regione Lazio, amministrata da Renata Polverini, continua ad essere in questi mesi un terreno di sperimentazione assai preoccupante. In circa 6 mesi di legislatura, caratterizzati da un certo immobilismo dell’attività istituzionale di Giunta e Consiglio, i soli provvedimenti a essere stati varati hanno una portata catastrofica sul tema dei diritti degli individui, la difesa dell’ambiente, il welfare regionale. E’ il caso della proposta di Legge presentata da Olimpia Tarzia (Lista Polverini) il cui fine è quello di riformare la disciplina dei consultori nella regione, abrogando la relativa legge regionale del 1976.
La legge nello specifico prevede il riconoscimento dei consultori privati, costituiti da associazioni familiari o che fanno capo a diocesi, al pari di quelli pubblici, nonché il finanziamento con risorse pubbliche di queste realtà, tutte accreditabili sulla base di criteri non di efficienza, bensì culturali e ideologici. Nella proposta di legge, inoltre, neanche troppo nascosto fra le righe del testo, fra le pieghe degli articoli, c’è un vero e proprio attacco alla libertà di scelta, all’autodeterminazione e ai diritti delle donne.

Quello della destra al governo del Lazio è, per di più, un tentativo goffo di toccare anche la legge 194, attraverso la riforma dei consultori. Per coloro che rinunciano all'aborto, con un reddito che non superi la soglia di povertà, infatti, si pensa ad un assegno di sostegno mensile, rinnovabile di anno in anno, fino al 5° anno di età del figlio.

Avvicinare riflessioni sull’aborto a questioni riguardanti i consultori è profondamente sbagliato. Significa vedere queste strutture come dei veri e propri abortifici. Niente di più falso. Pensare questo, peraltro, significa mortificare il serio e prezioso lavoro che le operatrici e gli operatori che lavorano in queste strutture svolgono.

I dati dell’ASP (Agenzia di Sanità Pubblica) del Lazio ci dicono che i consultori incrociano circa 1/3 delle adolescenti in età fertile e 1/3 delle donne che partoriscono nella regione, per non parlare dei numeri relativi alle donne migranti, che si rivolgono quasi esclusivamente a questo tipo di strutture, vista la tipologia di servizio a ‘bassa soglia’ (servizi cioè indirizzati agli adulti in situazione di estrema difficoltà: senza tetto, tossicodipendenti, immigrati privi di documenti ndr). Un servizio che funziona, e che va valorizzato, altro che riformato.

Il provvedimento ha scatenato le reazioni della società civile e dell’opposizione. Un'assemblea di associazioni che si è appositamente formata nelle scorse settimane presso la Casa Internazionale delle Donne di Roma (fra queste ci sono i sindacati Cgil, Cisl, Uil, Udi, Idv, Sinistra Ecologia Libertà, Zeroviolenzadonne), ha già raccolto, a pochi giorni dalla diffusione, oltre 3100 adesioni all’appello chiamato ''Salviamo i consultori delle Regione Lazio dalla proposta di riforma''.

Anche la vicepresidente del senato Emma Bonino è intervenuta sulla vicenda: "Occorre fare una battaglia di libertà e di legalità che passi prima per le Aule di commissione e poi mettendoci la faccia. Sono sicura che la proposta di Legge Tarzia sui consultori in discussione nel Lazio se passa è un test nazionale''. Il provvedimento, se fosse approvato, costerebbe, secondo Luigi Nieri, capogruppo di Sinistra Ecologia Libertà in Consiglio regionale, circa 100 milioni di euro: "Il conto è presto fatto, il bonus bebè comportava un impegno di 15 milioni di euro l'anno, che nel caso di questa legge andrebbero moltiplicati per cinque anni. Fa 75 milioni, cui si andrebbero ad aggiungere i fondi destinati alle strutture private che sarebbero poi accreditate e finanziate con risorse pubbliche. Una cifra insostenibile al momento, a meno che non si distrugga completamente il welfare regionale".

Nel frattempo, la discussione nella Commissione Politiche Sociali del Consiglio regionale del Lazio procede speditamente. Una vera anomalia se si considera che si tratta della sola e unica legge discussa, su 73 presentate in questi primi mesi di legislatura.

*Articolo pubblicato su Terra del 7 settembre 2010

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