domenica 3 ottobre 2010

Le vostre mani e le loro menzogne

Le vostre mani austere come pietre, meste come nenie intonate in prigione, 
massicce e enormi come animali strani, 
e vostre mani simili a volti crucciati di bimbi affamati. 

Le vostre mani rapide e solerti come api, 
pesanti come seni colmi di latte, 
valorose come la natura, 
le vostre mani che celano una familiare tristezza sotto la ruvida pelle. 
Il mondo non si regge sulle corna dei buoi, 
mondo è retto dalle vostre mani. 
O uomini, uomini miei! 
Vi nutrono di menzogne, 
mentre affamati 
avete bisogno di pane e carne. 
E senza aver neppure una volta mangiato a sazietà 
Ad una tavola coperta di bianca tovaglia 
Abbandonate questo mondo 
E i suoi alberi carichi di frutta. 
O uomini, uomini miei! 
Soprattutto voi dell' Asia, del Medio e Prossimo Oriente, 
delle isole del Pacifico e della mia terra, 
che superate il settanta per cento del genere umano, 
antichi le riflessivi, siete, come le vostre mani
e come le vostre mani giovani e curiosi ed entusiasti.
 O uomini, uomini miei! 
Voi dell' Europa, voi dell' America 
Siete audaci, siete vigilanti, 
indulgenti siete come le vostre mani,
e come le vostre mani facili all' inganno, facili all' illusione… 

O uomini, uomini miei! 
Se mentiscono le antenne, 
se le tipografie mentiscono, se mentiscono le insegne sui muri 
e gli avvisi del giornale, e se mentiscono sul bianco schermo le nude gambe delle danzatrici, 
se mentiscono le preghiere, 
se i sogni mentiscono, 
se mentiscono le nenie, se mentisce il suonatore nella taverna, 
se dopo una giornata disperata mente nella notte il raggio di luna, 
se mentiscono le parole, 
se mentiscono i colori, 
se le voci mentiscono,se tutti coloro che sfruttano il lavoro 
delle vostre mani ed ogni cosa ed ognuno mentisce, 
eccetto che le vostre mani 
è solo per renderle pieghevoli come argilla bagnata, 
cieche come l' oscurità, 
stupide come cani da pastori, 
è per frenarle nella rivolta 
che prende ad abbattere 
il regno degli strozzini e la sua tirannia su questo meraviglioso e fugace mondo 
dove siamo per un soggiorno così breve. 

Nazim Hikmet



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