venerdì 24 gennaio 2025

NESSUNA SOLIDARIETÀ, MA CONDANNA ALLA SUA INDIFFERENZA.

Il ricordo dell'Olocausto deve rimanere indelebile nella memoria collettiva come un monito contro la violenza, l'odio e la discriminazione. È doveroso rendere onore alle vittime dei campi di concentramento, non solo agli ebrei, ma anche ai Rom, agli omosessuali, ai disabili, ai partigiani, ai prigionieri politici e di guerra. Ognuno di loro ha subito un destino crudele, spinto dall'intolleranza e dalla deumanizzazione. Il genocidio perpetrato dai nazisti è una ferita che deve essere ricordata con la massima gravità, affinché simili atrocità non abbiano mai più luogo. Tuttavia, è fondamentale sottolineare che non possiamo accettare passivamente un atteggiamento che minimizzi il dolore e la sofferenza di altri popoli, a partire dal popolo palestinese. La condanna per la violenza e la barbarie non deve essere selettiva. Non possiamo fare distinzioni tra le vittime in base alla loro identità etnica o religiosa. Le parole di Liliana Segre, rispettata come voce di una sopravvissuta all’Olocausto, non possono essere esentate da una critica severa quando si rivelano insufficienti o indifferenti di fronte alla tragedia che sta affliggendo il popolo palestinese. La minimizzazione della strage in corso, il rifiuto di riconoscere la portata del genocidio, sono inaccettabili. Il fatto che una persona che ha subito la violenza dell’odio e del razzismo possa giustificare o tacere di fronte a un'altra forma di violenza genocida è un paradosso che non può essere tollerato. La memoria della Shoah dovrebbe insegnarci l'uguaglianza, la solidarietà e il rispetto per la dignità umana in ogni sua forma. Non possiamo permettere che la sofferenza di un popolo venga ignorata o ridotta a una questione di interesse politico. Chi ha vissuto l’orrore della deportazione dovrebbe essere il primo a sollevarsi contro ogni forma di oppressione, a lottare per i diritti di tutti, senza distinzione di etnia, religione o nazionalità. La violazione dei diritti umani, in qualsiasi parte del mondo, deve essere condannata senza ambiguità. Non possiamo permettere che il dolore di un popolo venga oscurato o giustificato, nemmeno quando proviene da chi ha vissuto l’orrore. La giustizia, la pace e il rispetto per la vita umana devono essere valori universali, condivisi da tutti. Non basta ricordare le vittime dell'Olocausto, dobbiamo attivamente lottare per un mondo in cui ogni individuo, ovunque, possa vivere con dignità, senza subire la violenza di oppressori indifferenti alla sofferenza altrui. Non si tratta di antisemitismo, si tratta di rispetto dell'umanità che sembra, la Signora Segre, abbia dimenticato.
Federica Crasci



 

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