giovedì 21 maggio 2015

Un anarchico tra i ribelli del Donbass!

Un anarchico tra i ribelli del Donbass!
• Nome di battaglia?
Ludwig
• Come il compositore?
Come il più grande compositore di sempre
• Perché sei qui?
Vivo di ideali ma sono anche una persona molto pratica...
• In che senso?
Sono un anarchico, ho la mia utopia per cui combattere. Ma ciò che succede nel Donbass è qualcosa di diverso. E' un qualcosa di tetro che può succedere anche in Italia se non lo fermiamo in tempo. La fascistizzazione dell'Ucraina è una questione seria. Una società evoluta dovrebbe puntare alla distruzione dei padroni mentre avviene il contrario in Ucraina, quella "liberata" come dicono loro a Kiev. Lì c'è proprio la massima espressione di quel che di peggio può combinare un padrone. L'indottrinamento e la propaganda stanno promuovendo il massacro di migliaia di persone.
• Quindi sei qui per partecipare ad una sorta di fronte antifascista?
Sì, fondamentalmente qui come in tutta Europa non c'è nemmeno un germoglio di quel futuro che un uomo dai principi di sinistra come me si augurerebbe di trovare. E' una situazione generalizzata dei tempi che viviamo, possiamo solo porre resistenza alle barbarie che esondano di fronte ai nostri occhi, in attesa di una ricostituzione delle forze attorno ad un'idea comune di sinistra, di progresso.
Per il resto, mi chiedo, è possibile che nel 2015 ancora non si parli del benessere comune come argomento principale? Gli Stati Uniti, l'imperialismo, sono i promotori di questa visione omicida del mondo che porta l'uomo ad odiare l'uomo. Lo hanno dimostrato qui in Italia proteggendo i fascisti, utilizzandoli per soffocare i movimenti popolari. In Ucraina stanno sperimentando ora la regia statunitense, voglio sinceramente evitargli questa "democrazia" a stelle e strisce. Da questa storia o ne usciremo tutti un po' più liberi o finiremo tutti un po' più schiavi.
• Ludwig, la presenza degli italiani nel Donbass è veramente limitata se confrontata con quella gli spagnoli. Ti senti un po' una specie di eroe?
Che sia un periodo storico in cui farebbe bene a tutti avere eroi questo mi pare evidente, purtroppo. In una società malata il popolo ha bisogno di eroi, nel casino della modernità fatta d'apparenza, sì, sarebbe proprio la medicina giusta. Ma ho solo una buona dose di senso del dovere, forse è empatia, forse sapere che è la cosa giusta da fare.
• Che ne pensi dei ribelli?
L'arma più forte che hanno i ribelli è la verità e non basteranno le armi più tecnologiche americane per sconfiggerli. Sono animati di un misto tra lotta di classe e guerra nazionalista. E' già successo nella storia e continuerà a succedere. Sta a noi indirizzare e valorizzare una delle due tendenze.
• E dell'esercito ucraino?
Loro invece sono un misto fra nazionalisti, mercenari ma anche gente comune mandata a morire.
• Se incontri un soldato ucraino sul campo, uno giovane, magari finito nella mobilitazione di Poroshenko... cosa farai?
Questa guerra l'ho scelta e lui no, è contro questo che combatto, per evitare che altri come lui siano spinti a trovarsi nella sua stessa situazione.
• Hai saputo della campagna che stanno portando avanti gruppi musicali anarchici come i Moscow Death Brigade?
Mi stupisce questa cosa, sono rimasto piuttosto deluso quando ho letto il loro appello contro le repubbliche popolari. Non tutti gli anarchici hanno le stesse priorità, evidentemente. Forse sono rimasti spaventati dalla partecipazione di alcuni elementi nazionalisti fra la resistenza... ma questo sta nella natura delle cose, anche in Italia contro i nazifascisti fu proprio così, la situazione era tutt'altro che pura. Il conto però si paga alla fine. La guerra non finisce con la resistenza.
• Come ti informi?
Su internet c'è tutto quello di cui abbiamo bisogno. Le televisioni sono inutili ed assoggettate ai poteri forti, è da sempre così. Con internet tutto questo è stato scavalcato, per chi comanda è grosso un problema. Seguo soprattutto alcuni gruppi italiani e spagnoli, sono quelli che stanno più sul pezzo.
• Come descrivi questa guerra?
E' una guerra già vista, gli americani che armano e finanziano dei criminali ed il popolo che subisce le peggiori violenze di questa strategia scellerata. Ora c'è la tregua, prima ci riversavano proiettili e bombe dappertutto, senza badare alle zone abitate da civili inermi. Ogni area, anche a chilometri dalla linea del fronte, è a tiro dei missili Grad e dall'artiglieria.
• Quanto resterai lì?
Il tempo necessario, magari per mostrare ad altri che si può agire nella vita, che possiamo essere attori di questo spettacolo indecifrabile che è la nostra esistenza.
• Questa è la domanda che forse i più vorrebbero farti: non hai paura di morire?
Sono sicuro che quando giungerà la nostra ora ci torneranno in mente gli attimi in cui abbiamo voltato le spalle a chi aveva bisogno. Preferirei affrontare quel momento con il cuore sereno.
• Sei preparato per quello che ti aspetta?
Certo. Sono un fuciliere d'assalto.
• Vuoi mandare un messaggio ai compagni italiani?
Stare a casa ad impazzire sui socialnetwork, terribile, non credete?

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