La prima volta che sono nata mi è stata regalata una scatola piena di dubbi.
Mi ci è voluto un po’ per capire che anche quello era un dono.
Sono andata avanti tra sottrazioni ed esclusioni e per apprezzare il buono, di tanto in tanto, ho dovuto inciampare nel cattivo.
Ho eliminato i saccenti, gli ipocriti e i falsi parlatori.
Ho buttato via le strette di mano mollicce, i film demenziali, i colori sgargianti, le scarpe lucide, i calcoli, le pretese e le perdite di fiato.
E ho smesso di contare il tempo in primavere perché, in fondo, ciò che conta non sono gli anni, ma come si passa il tempo fra un anno e l’altro.
Quando ho capito di non essere nata per stare sotto i riflettori, sono nata un’altra volta.
Perché il centro dell’attenzione mi imbarazza, perché non so fare tante cose, ma soprattutto non so fare finta.
Se arriva il mio momento, al massimo, sciolgo i capelli, li lascio cadere sulle spalle e sto.
Sorridendo di certi spettacoli di cui mai farò parte.
L’ultima volta che sono nata ho sbagliato epoca. O forse pianeta.
Questo tempo fatto di troppe grida e questo mondo incupito da troppe banalità, non mi somigliano.
Fosse stato per me, avrei fatto un viaggio con Cristoforo Colombo o partecipato ad un certame poetico con Lorenzo de’ Medici.
Oppure avrei giocato con la luce e le ombre insieme a Van Gogh.
La prossima volta che nasco, invece, voglio avere i capelli ricci e gli occhi verdi, crescere in una terra lontana dove capire meglio e di più e fare la restauratrice di affreschi.
Web
Mi ci è voluto un po’ per capire che anche quello era un dono.
Sono andata avanti tra sottrazioni ed esclusioni e per apprezzare il buono, di tanto in tanto, ho dovuto inciampare nel cattivo.
Ho eliminato i saccenti, gli ipocriti e i falsi parlatori.
Ho buttato via le strette di mano mollicce, i film demenziali, i colori sgargianti, le scarpe lucide, i calcoli, le pretese e le perdite di fiato.
E ho smesso di contare il tempo in primavere perché, in fondo, ciò che conta non sono gli anni, ma come si passa il tempo fra un anno e l’altro.
Quando ho capito di non essere nata per stare sotto i riflettori, sono nata un’altra volta.
Perché il centro dell’attenzione mi imbarazza, perché non so fare tante cose, ma soprattutto non so fare finta.
Se arriva il mio momento, al massimo, sciolgo i capelli, li lascio cadere sulle spalle e sto.
Sorridendo di certi spettacoli di cui mai farò parte.
L’ultima volta che sono nata ho sbagliato epoca. O forse pianeta.
Questo tempo fatto di troppe grida e questo mondo incupito da troppe banalità, non mi somigliano.
Fosse stato per me, avrei fatto un viaggio con Cristoforo Colombo o partecipato ad un certame poetico con Lorenzo de’ Medici.
Oppure avrei giocato con la luce e le ombre insieme a Van Gogh.
La prossima volta che nasco, invece, voglio avere i capelli ricci e gli occhi verdi, crescere in una terra lontana dove capire meglio e di più e fare la restauratrice di affreschi.
Web
Nessun commento:
Posta un commento