sabato 8 settembre 2018

PARLAMI

Parlami! Ti ho invocato nelle notti
serene, ho spaventato gli uccelli
addormentati tra i silenziosi rami per
chiamare te… Ho risvegliato i lupi
montani, ho appreso alle caverne a
riecheggiare invano il nome tuo
adorato; tutto rispose tranne la tua
voce.

Parlami!Ho errato sulla terra e non ho mai trovato a te l’uguale.
Parlami!T’ho cercata tra le stelle a venire, ho contemplato il cielo inutilmente senza trovarti mai.Parlami!
Guarda!

I demoni a me attorno hanno pietà di me che non li temo. E ho pietà per te soltanto.
Parlami! Sdegnata se vuoi, ma parlami, dimmi non so che cosa ma che io ti senta una volta ancora …

lunedì 3 settembre 2018

LA PRIMA VOLTA CHE SONO NATA


La prima volta che sono nata mi è stata regalata una scatola piena di dubbi.

Mi ci è voluto un po’ per capire che anche quello era un dono.

Sono andata avanti tra sottrazioni ed esclusioni e per apprezzare il buono, di tanto in tanto, ho dovuto inciampare nel cattivo.


Ho eliminato i saccenti, gli ipocriti e i falsi parlatori.

Ho buttato via le strette di mano mollicce, i film demenziali, i colori sgargianti, le scarpe lucide, i calcoli, le pretese e le perdite di fiato.

E ho smesso di contare il tempo in primavere perché, in fondo, ciò che conta non sono gli anni, ma come si passa il tempo fra un anno e l’altro.

Quando ho capito di non essere nata per stare sotto i riflettori, sono nata un’altra volta.

Perché il centro dell’attenzione mi imbarazza, perché non so fare tante cose, ma soprattutto non so fare finta.

Se arriva il mio momento, al massimo, sciolgo i capelli, li lascio cadere sulle spalle e sto.

Sorridendo di certi spettacoli di cui mai farò parte.

L’ultima volta che sono nata ho sbagliato epoca. O forse pianeta.

Questo tempo fatto di troppe grida e questo mondo incupito da troppe banalità, non mi somigliano.

Fosse stato per me, avrei fatto un viaggio con Cristoforo Colombo o partecipato ad un certame poetico con Lorenzo de’ Medici.

Oppure avrei giocato con la luce e le ombre insieme a Van Gogh.

La prossima volta che nasco, invece, voglio avere i capelli ricci e gli occhi verdi, crescere in una terra lontana dove capire meglio e di più e fare la restauratrice di affreschi.

Web

domenica 2 settembre 2018

LA FELICITA' HA POCO MEMORIA

“Non ricordo se dovevo aspettare qualcuno o se qualcuno avrebbe dovuto aspettarmi.
Non ricordo cosa ho mangiato ieri, se mi piaceva più il dolce o preferivo il salato.
Non ricordo dove ho nascosto il tesoro e a chi ho dato l'altra metà della mappa.
Non ricordo cosa avrei dovuto fare e cosa invece non andava fatto.
Non ricordo se ero in quel luogo, quel giorno, a quell'ora e chi c'era o non c'era.
Non ricordo se ho spento la luce, chiuso la porta, annaffiato le viole.
Non ricordo chi è il debitore, quale era l'importo e il fluttuante interesse.
Non ricordo se ieri pioveva, l'umore del cielo, il fuoco d'agosto.
Non ricordo se ho l'età giusta, se il risultato è corretto, se ho saltato un passaggio.
Non ricordo se ho qualche bacio in sospeso, se sono in difetto o eccedo in qualcosa.
Non ricordo le lettere perse, rispedite al mittente e imbucate di notte.
Non ricordo il viso della paura, l'indirizzo del dubbio e il domicilio del forse.
Non ricordo se ho avuto torto e a tutti gli altri è toccata la ragione.
Non ricordo se il gioco vale la candela, se è importante solo il viaggio o anche la meta.
Non ricordo le frasi dei libri che leggo di notte e che sogno di giorno.
Non ricordo se la memoria era un'amica, una compagna di giochi o una perfida strega"

Monologo di un palloncino - R. Sorrentino

MI DICI DI TACERE

Mi dici di tacere
perché le mie opinioni mi fanno meno bella.
Ma io non sono nata con un fuoco in pancia
così da potermi spegnere.
Non sono nata con una leggerezza sulla lingua,
così da essere facile da inghiottire.
Sono nata pesante.
Mezza lama e mezza seta.
Difficile da scordare
e non facile per la mente da seguire.