sabato 16 maggio 2020

“Si dice che la vita sia composta da 12 stanze.

“Si dice che la vita sia composta da 12 stanze.
12 stanze in cui lasceremo qualcosa di noi che ci ricorderanno. 12 le stanze che ricorderemo quando saremo arrivati all’ultima. Nessuno può ricordare la prima stanza dove è stato, ma pare che questo accada nell’ultima che raggiungeremo.
Stanza, significa fermarsi, ma significa anche affermarsi. “La libertà che riprende stanza” è un modo dire.
Quando abbiamo trovato finalmente un posto dove fermarci abbiamo inventato le stanze. E gli abbiamo dato nomi, numeri e significati. La stanza dei giochi. La stanza della musica. le stanze della memoria. Sono infinite le stanze. Ma non ci pensiamo mai.
Sono così comuni nella nostra vita che le releghiamo ad essere vane chiamandole vani.
Poi ci sono le stanze con un carattere. Le stanze della gioia o del dolore. E stanze in cui rifugiarsi e quelle in cui recludersi.

Per ogni stanza che percorriamo apriremo una porta che ci porterà dentro e fuori da esse.
Le stanze sono vuote o piene e siamo noi a deciderlo. Come se le nutrissimo.
Ho dovuto percorre stanze immaginarie, per necessità. Perché nella mia vita ho dei momenti in cui entro in una stanza che non mi è molto simpatica detto sinceramente.
E’ una stanza in cui mi ritrovo bloccato per lunghi periodi, una stanza che diventa buia, piccolissima eppure immensa e impossibile da percorrere. Nei periodi in cui sono lì ho dei momenti dove mi sembra che non ne uscirò mai.
A volte si trova in un ospedale a volte a casa ma diventa sempre la stessa stanza. E’ una stanza talmente buia che anche gli affetti fanno fatica ad entrarci. Lo avverto, me lo hanno detto.
Ma anche lei mi ha regalato qualcosa, mi ha incuriosito, mi ha ricordato la mia fortuna. Mi ha fatto giocare con lei. Mi ha fatto cercare il significato di stanza, mi ha fatto incontrare storie di stanze. E delle stanze dentro al lavoro degli uomini. Che ne condizionano le scelte o ispirano loro malgrado. Quasi tutte le creazioni dell’uomo avvengono in una stanza. Che la vita quindi non è un tempo ma uno spazio. Infinito.
E mi ha fatto ridisegnare il concetto di stanza.
La mia stanza antipatica mi ha insegnato che Chopin scrisse i suoi Preludi dopo che avevano bruciato la sua stanza a Mallorca, che Cage compose stanze, che Bach fu il primo compositore ufficiale di stanze. Lo sapevate che le canzoni prima si chiamavano stanze? Si, perché la stanza è anche una poesia.
E poi che Orfeo entrò nelle stanze internali per fare il patto, che Rachmaninov si chiuse in una stanza e ne uscì suonando un brano di Sgambati su Orfeo e altro ancora.
E così ho imparato a inventare stanze da percorrere e mi ha dato la possibilità di scrivere queste 12 stanze nascoste, di costruirle. Mi ha fatto diventare oltre che compositore meteorologo, compositore pneumologo o compositore oceanografo anche un compositore carpentiere”.
Ezio Bosso

È morto Ezio Bosso, il pianista che sapeva commuovere. 15/05/2020

IO LI CONOSCO I DOMANI CHE NON ARRIVANO MAI
Ezio Bosso è morto oggi all’età di 48 anni, dopo che nel 2011 gli era stata diagnosticata una malattia neuro-degenerativa.
Direttore d’orchestra, compositore e pianista capace di emozionare come pochi, Ezio Bosso possedeva anche il dono della scrittura.
Esattamente un mesa fa, sulla sua pagina Facebook, il compositore aveva postato una riflessione su quanto stava accadendo.
Una poesia sulla fragilità della vita, sull’incertezza del domani, sulla possibilità di rinascere quanto tutto sembra perduto.
La sua sensibilità straordinaria, la sua capacità di cogliere i suoni e le vibrazioni del mondo e del cuore umano, non saranno cancellate e continueranno a vivere nella sua musica e nelle parole che ci ha lasciato.

IO LI CONOSCO I DOMANI CHE NON ARRIVANO MAI
Io li conosco i domani che non arrivano mai
Conosco la stanza stretta
E la luce che manca da cercare dentro

Io li conosco i giorni che passano uguali
Fatti di sonno e dolore e sonno
per dimenticare il dolore

Conosco la paura di quei domani lontani
Che sembra il binocolo non basti

Ma questi giorni sono quelli per ricordare
Le cose belle fatte
Le fortune vissute
I sorrisi scambiati che valgono baci e abbracci

Questi sono i giorni per ricordare
Per correggere e giocare
Si, giocare a immaginare domani

Perché il domani quello col sole vero arriva
E dovremo immaginarlo migliore
Per costruirlo

Perché domani non dovremo ricostruire
Ma costruire e costruendo sognare

Perché rinascere vuole dire costruire
Insieme uno per uno

Adesso però state a casa pensando a domani
E costruire è bellissimo
Il gioco più bello
Cominciamo

giovedì 14 maggio 2020

STARE CON ME...

Stare con me è difficile...impegnativo, lo so e l’ho sempre saputo.
Sono una di quelle che vive di piccoli gesti e di attenzioni.
Un fiore, qualche bella parola, una cena fuori, una canzone, una porta tenuta aperta per farmi passare per prima, uno sguardo ogni tanto.
Sono una di quelle che danno peso alle parole. A quali vengono scelte, come vengono dette, al tono di voce. E le parole, quelle che segnano, devi dirle bene. Devi dimostrarle bene.
Sono una di quelle che non si accontenta, mai. Non mi accontento di un amore mediocre, di una relazione mediocre, di un uomo mediocre.
Sono una di quelle che ama la propria libertà, e proprio perchè la amo mi rifiuto di metterla da parte per il primo che promette amore eterno. Che poi si sa, le parole se le porta via il vento.
Sono una di quelle che è capace di mettersi a ballare senza musica sotto la pioggia, solo per sentirsi un po’ più viva, un po’ più libera, un po’ più selvaggia.
Sono una di quelle che se c’è una strada dritta, spianata, distesa sceglie quella più tortuosa, più diroccata e insidiosa, ma che in un modo o nell’altro arriva alla meta.
Sono una di quelle che non rimane indifferente o zitta se una cosa non le sta bene. No. Io sono una di quelle che sbatte pugni contro il muro, che si incazza e bestemmia contro il cielo per farsi sentire.
Sono una di quelle che non tieni in un angolo, perchè se voglio stare in disparte mi ci metto da sola.
Sono una di quelle che non sceglie chi giura amore o chi ostenta affetto in pubblico, ma che sceglie quelli con l’anima in fiamme, delusi e feriti e che per strappargli uno sguardo amorevole devi pregare, perchè se scegli loro stai sicura che ti distruggeranno, ma ti ameranno davvero.
Sono una di quelle che fa ciò che vuole, come vuole, con chi vuole, anche pentendosene ma lo fa perchè in quel momento vuole così.
Sono una di quelle che indossa un sorriso e la sua armatura e non la vedi crollare neanche se ti impegni, anche se poi magari crollo a casa da sola e piango... piango fino a finire le lacrime...
Sono una di quelle che passa le nottate sveglia, perchè la notte è per persone vere.
Sono una di quelle che vede e sente tutto, ma che non lo dà a vedere per poi colpirti e farti male quando vuole.
Sono una di quelle che incassa colpi su colpi ma non cade, e se cade si rialzerà sempre una volta in più. Perchè mi è stato insegnato così: toccare il fondo per avere più spinta.
Sono una montagna russa, io.
E tu preferisci le giostre a cavalli...
Vai...fai il giro sulla tua giostra a cavalli...
Tanto poi avrai solo voglia di scendere sognando e ricordando l’effetto che fa... andare sulle montagne russe.

ALLE DONNE PIACCIONO GLI UOMINI SICURI.

Alle donne piacciono gli uomini sicuri. Quelli che se si chiede "Dove andiamo oggi?" ti dicono un posto, e non il solito "Non so, decidi tu".
Alle donne piacciono gli uomini che se vogliono un bacio glielo danno, le prendono alla sprovvista, quando meno se lo aspettano.
Quegli uomini che se dicono una cosa la fanno, che non vivono nei "Ma", nei "Forse", che sanno decidere e che dimostrano di amare.

lunedì 11 maggio 2020

BENTORNATA SILVIA

Bentornata Silvia,
in un mondo diverso da quello che ti è stato impedito vivere durante la tua prigionia, che ritroverai ora, esso, prigioniero e preda di se stesso, proprio mentre tu sei tornata ad essere libera.
Bentornata Silvia, in quel mondo che ha scoperto un anno e mezzo dopo, ovvero parte di esso,
quella sovranista,
pronta a sentenziare e soprattutto dimenticare a comando
e per comodo,
l’importanza del volontariato.

Già, che cosa sarebbe successo ulteriormente in questo Paese abitato da anime nere,
se il volontariato, anzi i volontari, anzi le tante Silvie come te,
o le tante Roberta, Santa o Adriana non si fossero date da fare per portare aiuti e sorrisi.
Aiuti e carezze, a quelle anime in apnea di rapporti o peggio spesso messe dietro, all’ultimo banco della vita a soccombere di fronte alle priorità economiche e finanziare
che contemplano la morte altrui
per la ricchezza propria.

In questa direzione, il mondo che hai lasciato tempo fa
si è fatto ulteriormente barbaro e non animale, poiché come tu sai, loro, gli animali, danno prove di amori e sacrifici per la proprio prole, a volte ineguagliabili dal genere umano.

Bentornata Silvia,
in quel mondo che
si è tolta la maschera
rivelando il suo volto ipocrita, individualista e ha indossato ora
la mascherina della speranza.
Ma non per tutti cara Silvia.
In questo mondo che riscoprirai
non c’è posto per tutti,
e se bisogna scegliere tra salvare una vita tra quelle di un giovane o di un anziano si è già deciso per la vita del primo e la morte del secondo. Sai, è come se oramai ognuno di noi portasse un codice a barra dietro il collo e più ti avvicini alla scadenza naturale e prima puoi essere soppresso, omesso, ovvero ritenuto improduttivo o peggio essere un costo sociale da azzerare.

Loro però non conoscono l’importanza che un volontario da
ad ogni singola vita.
Come proprio la vita senza età, colori, religioni o orientamenti di genere sia sacra per un volontario
e che per questa, per ogni vita, capaci di sopportare quello che tu hai sopportato.

Bentornata Silvia,
in quel Paese che un attimo dopo al tuo rapimento scriveva sui social come marea incontenibile
in ossequio ai sui Duci e Subrette che dovevi morire, essere violentata, stuprata, lasciata in mano ad orde di musulmani per farne carne da macello.

Bentornata Silvia,
in quel Paese che ancora oggi chiede conto di quanti soldi
siano stati spesi per il tuo rilascio maledicendo il Governo poiché
quei soldi servono ad altre priorità del Paese e che in fondo tu te la sei cercata.
Che altro non sei che una zecca buonista da lasciare a sollazzo
dei terroristi prima,
e morire in Africa poi.

È vero, te la sei cercata Silvia,
lo sai tu, lo so io, lo sappiamo tutti quelli che si sono fatti uno zaino e sono partiti per un mondo migliore, per abitarlo di diritti, consapevolezza e progetti concreti
che seppur piccoli creano speranza. Certo ce la cerchiamo ogni giorno, poiché ogni giorno
vengono massacrati vite e diritti
di uomini e donne
in ogni angolo del mondo,
persino sullo stesso pianerottolo dei nostri palazzi.

Bentornata Silvia
in quel Paese dove una donna
è stata trascinata per i capelli per strada e presa a calci durante la quarantena.
Bentornata in quel Paese
dove a una donna è stato dato fuoco nella sua auto e dove solo nel 2019 ne sono state massacrate, deturpate, a centinaia.

Bentornata Silvia
in quel Paese che ha il triste primato di femminicidi,
di violenza sulle donne,
dove nel 2017 sono state oltre
50 mila le donne che hanno denunciato di avere subito violenza
il che implica che almeno il doppio sfugge per vergogna o paura alla stima delle denunce.
Dove le migliaia e migliaia di denunce per incidenti domestici sostiene anche l’Inail in tanta parte nascondono di contro aggressioni familiari.

Bentornata Silvia
in quel Paese che ti ha chiamato
oca giuliva, puttana,
amante dei negri.

Bentornata in quel Paese che
a ben vedere ogni giorno,
non c’è un giorno, che risparmi ad una donna tutto quello che
xenofobi e suprematisti ti hanno augurato accadesse in Africa.
Ecco la mediocrità di questo Paese, l’ipocrisia che nasconde
le cicatrici dell’anima di centinaia di migliaia di donne violate nel corpo e nell’anima sotto la coperta di un apparente perbenismo
.
Bentornata in quel Paese che
non parla per sentito dire,
che pratica anzi tutto ciò che ti ha augurato ogni giorno alle nostre donne.
Si perché ognuno di noi ha la propria donna, madre, compagna, sorella, figlia, amica che sia
e che quel proprio è da riferirsi solo alla condizione di amore esclusivo che si può sentire per ognuna di loro che non deve,
ne può mai diventare ossessione.

Bentornata Silvia,
e sai, posso capire come presto sarà forte la tua voglia di ripartire poiché tu da volontaria hai già mille cose da fare, sogni da annaffiare,
giardini di anime da curare
e sorrisi ancora e ancora da donare a tutti quei bambini che riversandosi addosso come marea colorata ed innocente ci riempiono di emozioni e senso di responsabilità per il loro sempre più incerto e precario futuro. Soprattutto conosco quel sentimento che ti ha già portato
a perdonare ogni insulto poiché
le tue priorità albergano nell’amore e non nel rancore.
Quante emozioni si perdono quanti non conoscono cosa implichi essere volontari, fare una scelta,
stabilire da quale parte stare,
proprio come hai fatto tu Silvia.
Bentornata.

 di Maurizio Alfano
10 maggio 2020

lunedì 4 maggio 2020

SONO UN LUPO

"Sono un lupo e mi domando dove sei ora… uomo."
"Quando tornerai, entra con delicatezza nel mondo, abbraccialo con umiltà e ringrazialo per ogni istante di libertà che ti ha donato e ti donerà. La cultura non è sapere tutto, ma è sapere dove e come trovare le giuste risposte. Quelle risposte che ti dicono di non collezionare cose su cose, ma momenti ed emozioni. Sii pronto a rinnovarti e, come me, mettiti in ascolto di ciò che ti occorre veramente per vivere."

R.E.M. (Everybody Hurts)

NON ERO COSI'

Non ero così. Non lo ero per niente!!! Avevo l'abitudine di fidarmi sin da subito delle persone. Perché io partivo dal presupposto che, se fai del bene devi ricevere altrettanto bene. Ma mi sbagliavo alla grande. Il mio lato buono, disponibile, dolce è stato la mia condanna. Le stesse persone alle quali l'ho mostrato lo hanno usato per farmi del male. Mi si è rivoltato contro. Oggi sono cosi :
acida, fredda, scostante e a tratti anche strafotteente. Dalle persone mi aspetto solo il peggio. Preferisco pensar male, magari sbagliarmi, che vedere del buono in tutti e rimanere delusa. E credetemi, sarei disposta a dare ancora il meglio di me se non fosse per il fatto che è stato distrutto ....

AD UNA DONNA E' SUFFICIENTE NASCERE DONNA

Ad una donna non servono attributi maschili per essere coraggiosa.
Ad una donna è sufficiente nascere donna, per passare la vita a schivare mine antidonna: i pregiudizi ed il patriarcato.