domenica 27 novembre 2011

Per Sempre.....

Mi sento ripiegata e stanca
sotto il peso del giorno
e di me stessa.
Non puoi cogliermi più
ora che non ho nulla da darti
né da rimpiangere.
Desidero soltanto ricordarti,
illudendomi ancora per un poco,
di sognare...
Non puoi né voglio io
che tu mi colga
mentre, smarrita
in questo sentimento antico,
dico d'amarti
come un'eco perduta...
senza più convinzione.
Avrei voluto che tu cogliessi
questo stelo di vita
quando ancora prorompeva
col desiderio di perdersi in te.
Avrei voluto... ora non più.
Lo sai... so che lo sai
che non ti inganno
quando mi senti e ascolti
il mio antico parlare
al tuo cuore.
Sei sempre tu,dolce
mioprimoamorepersempre
che mi occupi le viscere,
il cuore, la mente.
Sei sempre tu che vorrei
accanto: ho la tua assenza.
Sei troppo lontano, ti scorgo
a malapena e non ti riconosco.
Non sento la tua voce
solo un bisbiglio...
una suggestione del mio pensiero.
Ti sento sempre più lontano.
Forse sono io a indietreggiare.
Troppe volte mi hai lasciato
ad aspettare fuori,
fradicia di pioggia senza pianto.
Avrei voluto abbracciarti ancora.
Avrei voluto... ora non più.
Ora ne avrei timore, sì timore
di deluderti per il mio disfacimento.
Rimani dove sei, non venire a cercarmi.
Ricorda con tenerezza come eravamo,
ma non rimpiangere quel che poteva essere,
ma non è stato e non sappiamo né sapremo.
Ogni giorno dimentico...
di dimenticarti.
Ogni giorno cerco di ricordare
di ricordarmi che vorrei dimenticare
la tua assenza, il tuo silenzio,
la mia tristezza per la tua
infantile viltà.
Non venire a cercarmi.
Avrei tanto voluto accoglierti,
ora non posso più.
Ti voglio bene... nonostante...
Ti amo da sempre, come sempre. per sempre.
Altrove ci sarà per noi un altro sempre...


web

sabato 26 novembre 2011

Lettera a Mario Monti.


lettera a Mario Monti..copiata da un sito
Egregio Professor Monti,

da giorni si sottolinea la differenza tra il buffonesco governo Berlusconi fatto di soubrette ed incapaci e il suo, fatto di grandi tecnici e professori. I titoli suoi e dei suoi ministri sicuramente dicono questo, ma credo sarebbe utile anche mostrare che c’è differenza nei fatti. Non mi riferisco alle notizie di cronaca rosa e giudiziaria che hanno coinvolto il precedente governo e il suo leader in particolare. Sono certo che Lei non sia uso a certe pratiche e che abbia un profilo di maggior serietà. Mi riferisco piuttosto alla linea politica che da anni impera in questo paese e non solo. Se discontinuità deve esserci, essa deve dimostrarsi sulla fine del neoliberismo che ha distrutto e sta distruggendo il paese. Gli esempi dell’Argentina, della Grecia e dell’Islanda sono indicativi. Per quasi due decenni i governi che si sono succeduti (e non solo quelli di destra) hanno servito gli interessi delle grandi aziende e delle banche e siamo oggi a misurarne i risultati: un’azienda che solo pochi mesi fa ricattava i lavoratori perché rinunciassero a dei diritti in cambio della continuazione della produzione e del mantenimento del posto di lavoro sta ora chiudendo uno dei principali stabilimenti lasciando in mezzo alla strada più di duemila persone. Mi riferisco al caso della FIAT e dello stabilimento di Termini Imerese. È a quegli operai che Lei deve dare ascolto e aiuto perché sono quegli operai a detenere la sovranità (essendo parte del popolo) dell’Italia e non le banche internazionali. È agli interessi del popolo italiano che Lei deve dare ascolto e appoggio.

Non voglio, con questa missiva, porre solo delle lamentele. Preferisco proporre delle soluzioni possibili, per quanto solo accennate, oltre che delle critiche. Lei ha il potere e le conoscenze necessarie a fare ciò che credo sia giusto: statalizzi lo stabilimento di Termini Imerese. Il governo acquisisca quello stabilimento e cominci a produrre automobili ecologiche come quelle elettriche e quelle ad aria compressa. È chiaro a tutti che esse producono meno profitto di quelle inquinanti perché consumano meno. Non possiamo pensare che le grandi aziende private facciano ricerca e producano mezzi ecologici perché è contro i loro interessi. Per questo la privatizzazione, che è nelle sue intenzioni, dei beni comuni è oggettivamente sbagliata e moralmente iniqua. Sono certo che Lei, Professore, abbia l’intelligenza per comprenderlo. Abbia anche il coraggio di cambiare davvero le cose e di rimettere certi governi stranieri e certi interessi delle lobby al loro posto! Se vuole davvero salvare questo paese deve cominciare ad agire secondo parametri differenti da quelli usati fino ad oggi e che hanno portato alla crisi e all’impoverimento della gente. Cominci una nuova politica energetica, riporti energia e acqua, beni necessari alla vita, ad essere dei commons e non dei beni economici nelle mani di pochi. Investa sulle rinnovabili, faccia in modo che ogni casa sia indipendente energeticamente, che l’Italia si liberi finalmente dalla dipendenza del petrolio. Si può fare e in poco tempo, ma ci vuole la volontà di farlo.

Professore, Lei è stato accusato da molti di essere espressione dei poteri forti e la politica che fino ad oggi ha proposto non smentisce questa voce. Chi ci guadagnerà dalle sue privatizzazioni e liberalizzazioni? Quei poteri forti che Lei dice di non conoscere. Sinceramente, anche io sono tra quelle persone che pensano a Lei come all’uomo delle banche e non come al rappresentante della gente (cosa che Lei, secondo la Costituzione, dovrebbe essere). Anche io sono tra coloro che pensano che Lei svenderà la sovranità popolare alle lobby economiche, che impoverirà la gente per arricchire i grandi capitali, che accentrerà la ricchezza nelle mani di pochi.

Mi smentisca, Professore! Mi costringa a rimangiarmi ciò che ho fino ad ora affermato, mi costringa ad ammettere che avevo torto, mi costringa a prendere atto del fatto che Lei ha agito per salvare la vita e la dignità del popolo italiano contro l’interesse bieco di chi non esita a lasciare per strada duemila operai per semplice lucro!

Nel porgerLe i miei più cordiali saluti, mi metto a sua completa disposizione per ogni chiarimento e dibattito sui temi da me toccati.

In fede,

Enrico Proserpio

A TUTTI I FOLLI


A tutti i folli.
I solitari.
I ribelli.
Quelli che non si adattano.
Quelli che non ci stanno.
Quelli che sembrano sempre fuori luogo.
Quelli che vedono le cose in modo differente.
Quelli che non si adattano alle regole. E non hanno rispetto per lo status quo.
Potete essere d’accordo con loro o non essere d’accordo.
Li potete glorificare o diffamare.
L’unica cosa che non potete fare è ignorarli.
Perché cambiano le cose.
Spingono la razza umana in avanti.
E mentre qualcuno li considera dei folli, noi li consideriamo dei geni.
Perché le persone che sono abbastanza folli da pensare di poter cambiare il mondo sono coloro che lo cambiano davvero.

Steve Jobs

venerdì 25 novembre 2011

Lasciatemi così come una cosa posata in un angolo e dimenticata.

In ogni animo ci sono innumerevoli sentimenti tanto diversi quanto contrapposti tra di loro, e gli esseri umani sono creature complicate sotto questo aspetto....
Senza il condimento della follia non può esistere piacere alcuno.

Delusioni

Non sono gli altri che ci deludono, ma solo le aspettative che avevamo rimesso noi su di loro, le caratteristiche che noi gli abbiamo dato e che non posseggono, pur avendone altre che non valutiamo perché non ci interessano, perché infine pretendiamo modi di fare o atteggiamenti che sono in realtà nostri e non loro. Non sono gli altri che ci deludono, in realtà restiamo delusi da noi stessi, che crediamo di aver capito tutto degli altri e in realtà… non abbiamo capito niente.

Ornella Casini

Giornata Inernazionale contro la violenza sulle donne!!!25 NOVEMBRE!!!


I loro nomi, le loro storie restano come memorie, la prova di una verità odiosa, crudele: Hina accoltellata a Brescia dal padre, Vjosa uccisa dal marito a Reggio Emilia, Paola violentata a Torre del Lago, Sara colpita a morte da un amico a Torino... L'ultima di tante una ventenne originaria del Ghana, costretta ad un rapporto sessuale in pieno centro a Pordenone.

In Italia, negli ultimi dodici mesi, un milione di donne ha subito violenza, fisica o sessuale. Solo nei primi sei mesi ne sono state uccise 62, 141 sono state oggetto di tentato omicidio, 1805 sono state abusate, 10.383 sono state vittime di pugni, botte, bruciature, ossa rotte. Leggevamo che le donne subiscono violenza nei luoghi di guerra, nei paesi dove c'è odio razziale, dove c'è povertà, ignoranza, non da noi.

Eccola la realtà: in Italia più di 6 milioni e mezzo di donne ha subito una volta nella vita una forma di violenza fisica o sessuale, ci dicono i dati Istat e del Viminale che riportano un altro dato avvilente.
Le vittime - soprattutto tra i 25 e i 40 anni - sono in numero maggiore donne laureate e diplomate, dirigenti e imprenditrici, donne che hanno pagato con un sopruso la loro emancipazione culturale, economica, la loro autonomia e libertà. Da noi la violenza è la prima causa di morte o invalidità permanente delle donne tra i 14 e i 50 anni. Più del cancro. Più degli incidenti stradali. Una piaga sociale, come le morti sul lavoro e la mafia. Ogni giorno, da Bolzano a Catania, sette donne sono prese a botte, oppure sono oggetto di ingiurie o subiscono abusi. Giornata internazionale contro la violenza sulle donne istituita dall'Onu, una manifestazione nazionale che ha trovato l'adesione di centinaia di associazioni impegnate da anni a denunciare una realtà spietata che getta un'ombra inquietante sul tessuto delle relazioni uomo-donna.

Sì, perché il pericolo per le donne è la strada, la notte, ma lo è molto di più, la normalità. Se nel consolante immaginario collettivo la violenza è quella del bruto appostato nella strada buia, le statistiche ci rimandano a una verità molto più brutale: che la violenza sta in casa, nella coppia, nella famiglia, solida o dissestata, borghese o povera, "si confonde con gli affetti, si annida là dove il potere maschile è sempre stato considerato naturale", come spiega Lea Melandri, saggista e femminista.

L'indagine Istat , denuncia che il 62 per cento delle donne è maltrattata dal partner o da persona conosciuta, che diventa il 68,3 per cento nei casi di violenza sessuale, e il 69,7 per cento per lo stupro. "Da anni ripetiamo che è la famiglia il luogo più pericoloso per le donne. È lì che subiscono violenza di ogni tipo fino a perdere la vita", denuncia "Nondasola", la Casa delle donne di Reggio Emilia a cui si era rivolta Vjosa uccisa dal marito da cui aveva deciso di separarsi. "Da noi partner e persone conosciute sono i colpevoli nel 90 per cento delle violenze che vediamo. E purtroppo c'è un aumento", dice Marisa Guarnieri presidente della Casa delle donne maltrattate di Milano. "All'interno delle mura domestiche la violenza ha spesso le forme di autentici annientamenti - spiega Marina Pasqua, avvocato, impegnata nel centro antiviolenza di Cosenza, una media di 800 telefonate di denuncia l'anno - Si comincia isolando la donna dal contesto amicale, poi proibendo l'uso del telefono, poi si passa alle minacce e così via in una escalation che non ha fine".

In Italia, l'indagine Istat ha contato 2 milioni e 77mila casi di questi comportamenti persecutori, stalking come viene chiamato dal termine inglese, uno sfinimento quotidiano che finisce per corrodere resistenza, difesa, voglia di vivere. "Nella nostra esperienza si comincia con lo stalking e si finisce con un omicidio", accusa Marisa Guarnieri. Per questo le donne dei centri antiviolenza hanno visto positivamente l'approvazione, lo scorso 14 novembre in Commissione Giustizia, del testo base sui reati di stalking e omofobia.


Sanzionare penalmente lo stalking, significa, tanto per cominciare, riconoscerlo. "Molte donne vengono qui da noi malmenate o peggio e parlano di disavventura. Ragazze che dicono "me la sono cercata", donne sposate che si scusano: "lui è sempre stato nervoso"...", racconta Daniela Fantini, ginecologa del Soccorso Violenza Sessuale di Milano, nato undici anni fa per iniziativa di Alessandra Kusterman all'interno della clinica Mangiagalli di Milano. È in posti come questo, dove mediamente arrivano cinque casi a settimana, che diventa evidente un altro dato angoscioso: come intrappolate nel loro dolore, il 96% delle donne non denuncia la violenza subita, forse per paura. Forse perché non si denuncia chi si ha amato, forse perché non si hanno le parole per dirlo.

ANNA BANDETTINI

mercoledì 23 novembre 2011

Raccontami il vento che è quello che sa più storie.


Tutto quello di cui abbiamo bisogno

e' assicurarci di continuare a comunicare!

Manola


Mi fanno impressione gli addii, quando il nulla,il grigio scorcio di città, anonimi binari di ferro, s'inghiottono la familiarietà di un volto, il profumo di una persona cara.
Mi era rimasta addosso una strana malinconia. Mi sono stretta al mio corpo solitario e, passo dopo passo, diventavo sempre più triste. Sapevo il motivo il motivo di quella tristezza.Avevo voglia d'amore anch'io, di carezze furtive, di un cuore in subbuglio.
Era ormai il tramonto.Gli umani che camminavano sul mio stesso marciapiede andavano tutti di prescia. Molti di loro, forse, correvano verso un amore, verso braccia protese nella notte. Due innamorati stretti l'uno all'altro, mi sono passati accanto senza vedermi.

Margaret Mazzantini

"Non t’amo più"


Non t’amo più… È un finale banale.
Banale come la vita, banale come la morte.
Spezzerò la corda di questa crudele romanza,
farò a pezzi la chitarra: ancora la commedia perché recitare!
Al cucciolo soltanto, a questo mostriciattolo peloso, non è dato capire
perché ti dai tanta pena e perché io faccio altrettanto.
Lo lascio entrare da me, e raschia la tua porta,
lo lasci passare tu, e raschia la mia porta,
C’è da impazzire, con questo dimenio continuo…
O cane sentimentalone, non sei che un giovanotto…
Ma io non cederò al sentimentalismo.
Prolungar la fine equivale a continuare una tortura.
Il sentimentalismo non è una debolezza, ma un crimine
quando di nuovo ti impietosisci, di nuovo prometti
e provi, con sforzo, a mettere in scena un dramma
dal titolo Ottuso "Un amore salvato".
È fin dall’inizio che bisogna difendere l’amore
dai "mai" ardenti e dagli ingenui "per sempre! ".
E i treni ci gridavano: "Non si deve promettere! ".
E i fili fischiavano "Non si deve promettere! ".
I rami che s’incrinavano e il cielo annerito dal fumo
ci avvertivano, ignoranti presuntuosi,
che è ignoranza l’ottimismo totale,
che per la speranza c’è più posto senza grandi speranze.
È meno crudele agire con sensatezza e giudiziosamente soppesare gli anelli
prima di infilarseli, secondo il principio dei penitenti incatenati.
È meglio non promettere il cielo e dare almeno la terra,
non impegnarsi fino alla morte, ma offrire almeno l’amore d’un momento.
È meno crudele non ripetere "ti amo", quando tu ami.
È terribile dopo, da quelle stesse labbra
sentire un suono vuoto, la menzogna, la beffa, la volgarità
quando il mondo falsamente pieno, apparirà falsamente vuoto.
Non bisogna promettere… L’amore è inattuabile.
Perché condurre all’inganno, come a nozze?
La visione è bella finché non svanisce.
È meno crudele non amare, quando dopo viene la fine.
Guaisce come impazzito il nostro povero cane,
raspando con la zampa ora la mia, ora la tua porta.
Non ti chiedo perdono per non amarti più. Perdonami d’averti amato.

Evgenij A.Evtušenko

Celia De La Serna



Non scrivi più
e non ti sento più,
so quel che fai
e un po' ho paura, sai.
Son senza sole
le strade di Rosario,
fa male al cuore
avere un figlio straordinario:
a saperti là
sono orgogliosa e sola,
ma dimenticarti...
è una parola...
bambino mio,
chicco di sale,
sei sempre stato
un po' speciale,
col tuo pallone,
nero di lividi e di botte,
e quella tosse, amore,
che non passava mai la notte;
e scamiciato, davanti al fiume ore e ore,
chiudendo gli occhi,
appeso al cuore.

O madre, madre,
che infinito, immenso cielo
sarebbe il mondo
se assomigliasse a te!
Uomini e sogni
come le tue parole,
la terra e il grano
come i capelli tuoi.

Tu sei il mio canto,
la mia memoria,
non c'è nient'altro
nella mia storia;
a volte sai,
mi sembra di sentire
la "poderosa"
accesa nel cortile:
e guardo fuori:"Fuser,
Fuser è ritornato",
e guardo fuori, e c'è solo il prato.

O madre, madre,
se sapessi che dolore!
Non è quel mondo
che mi cantavi tu:
tu guarda fuori,
tu guarda fuori sempre,
e spera sempre
di non vedermi mai;
sarò quel figlio
che ami veramente,
soltanto e solo
finché non mi vedrai.

Roberto Vecchioni

http://www.youtube.com/watch?v=xMGQK0V7LTg

martedì 22 novembre 2011

Quando ho cominciato ad amarmi



Quando ho cominciato ad amarmi davvero, mi sono reso conto
che la sofferenza e il dolore emozionali sono solo un avvertimento
che mi dice di non vivere contro la mia verità.
Oggi so che questo si chiama AUTENTICITA’
Quando ho cominciato ad amarmi davvero, ho capito
com’è imbarazzante aver voluto imporre a qualcuno i miei desideri,
pur sapendo che i tempi non erano maturi e la persona non era pronta,
anche se quella persona ero io.
Oggi so che questo si chiama RISPETTO PER SE STESSI.
Quando ho cominciato ad amarmi davvero, ho smesso
di desiderare un’altra vita e mi sono accorto che tutto ciò che mi circonda
é un invito a crescere.
Oggi so che questo si chiama MATURITA’.
Quando ho cominciato ad amarmi davvero, ho capito di trovarmi sempre
ed in ogni occasione al posto giusto nel momento giusto e che tutto quello
che succede va bene.
Da allora ho potuto stare tranquillo.
Oggi so che questo si chiama RISPETTO PER SE STESSI.
Quando ho cominciato ad amarmi davvero, ho smesso di privarmi del mio tempo
libero
e di concepire progetti grandiosi per il futuro.
Oggi faccio solo ciò che mi procura gioia e divertimento,
ciò che amo e che mi fa ridere, a modo mio e con i miei ritmi.
Oggi so che questo si chiama SINCERITA’.
Quando ho cominciato ad amarmi davvero, mi sono liberato di tutto ciò
che non mi faceva del bene: cibi, persone, cose, situazioni e da tutto ciò
che mi tirava verso il basso allontanandomi da me stesso,
all’inizio lo chiamavo “sano egoismo”, ma oggi so che questo è AMORE DI SE’
Quando ho cominciato ad amarmi davvero, ho smesso di voler avere sempre
ragione.
E cosi ho commesso meno errori.
Oggi mi sono reso conto che questo si chiama SEMPLICITA’.
Quando ho cominciato ad amarmi davvero, mi sono rifiutato di vivere nel
passato
e di preoccuparmi del mio futuro.
Ora vivo di piu nel momento presente, in cui TUTTO ha un luogo.
E’ la mia condizione di vita quotidiana e la chiamo PERFEZIONE.
Quando ho cominciato ad amarmi davvero, mi sono reso conto che il mio pensiero
può rendermi miserabile e malato.
Ma quando ho chiamato a raccolta le energie del mio cuore, l’intelletto è
diventato
un compagno importante.
Oggi a questa unione do’ il nome di
SAGGEZZA DEL CUORE.
Non dobbiamo continuare a temere i contrasti, i conflitti e i problemi con noi
stessi e con gli altri
perché perfino le stelle, a volte, si scontrarno fra loro dando origine a
nuovi mondi.
Oggi so che QUESTO è LA VITA!

Charlie Chaplin

lunedì 21 novembre 2011

Elena di Troia balla sul bancone


Il mondo è pieno di donne
pronte a dirmi che dovrei vergognarmi
se solo potessero: Smetti di ballare.
Ritrova il tuo contegno
e un lavoro normale.
Certo. E il minimo sindacale,
e le vene varicose a stare in piedi per otto ore
dietro al solito bancone di vetro
imbacuccata fino al collo, anziché
nuda come un hamburger.
A vendere guanti, o cose del genere
invece di quel che vendo io.
Ci vuole talento
a spacciare qualcosa di così nebuloso
e senza forma materiale.
Sfruttata, direbbero. Certo, senza ombra
di dubbio, ma perlomeno posso scegliere
il modo, e poi mi prendo i soldi.
Il mio è un buon rapporto qualità-prezzo.
Come i predicatori, vendo visioni,
come la pubblicità del profumo, desiderio
o il suo facsimile. Come nelle barzellette
o in guerra, è tutta questione di tempismo.
Rivendo agli uomini i loro peggiori sospetti:
che tutto abbia un prezzo,
un pezzo per volta. Mi guardano e vedono
un massacro con la motosega appena prima che avvenga,
quando coscia, culo, macchia, fessura, tetta, e capezzolo
sono ancora uniti insieme.
Quanto odio gli batte dentro,
i miei adoratori gonfi di birra! Odio, o un ebbro
disperato amore. Vedendo la fila di teste
e occhi rovesciati, imploranti
ma pronti ad azzannarmi le caviglie,
capisco i diluvi e i terremoti, e l’impulso di pestare
le formiche. Mi muovo a ritmo,
e danzo per loro, perché
non lo sanno fare. La musica ha un odore volpino,
crepita come metallo riscaldato
e brucia le narici
o afosa come l’agosto, caliginoso e languido
come una città il giorno dopo il saccheggio,
quando lo stupro è fatto,
e la carneficina,
e i sopravvissuti vanno in giro
a cercare cibo
fra i rifiuti, e c’è solo un cupo sfinimento.
A proposito, è il sorriso
che mi estenua di più.
Il sorriso, e il far finta
di non sentirli.
Non li sento, infatti, perché dopo tutto
sono straniera per loro.
La loro parlata è ispida e gutturale,
ovvia come una fetta di spalla cotta,
ma io vengo dalla provincia degli dèi
dove i significati sono lirici e obliqui.
Io non mi svelo a tutti,
se ti avvicini all’orecchio te lo sussurro:
Mia madre fu stuprata da un sacro cigno.
Ci credi? Mi puoi portare fuori a cena.
È quello che diciamo a tutti i mariti.
Davvero, ci son tanti uccelli pericolosi in giro.
Certo che qua dentro solo tu
mi puoi capire.
Gli altri vorrebbero guardare
senza sentire nulla. Ridurmi alle componenti
come in una fabbrica di orologi o un mattatoio.
Spremere fuori il mistero.
Murarmi viva
nel mio stesso corpo.
Vorrebbero leggermi dentro,
ma non c’è niente di più opaco
della trasparenza totale.
Guarda – i miei piedi nemmeno toccano il marmo!
Come fiato o aerostato, mi sollevo,
lèvito a quindici centimetri da terra
nella mia luce di fiammeggiante uovo di cigno.
Pensi che non sia una dea?
Mettimi alla prova.
È una canzone torcia la mia.
Se mi tocchi bruci.

(Margaret Atwood)

It will rain "Pioverà"


 Se dovessi mai lasciarmi baby, lasciami un po’ di morfina dalla porta,
Perchè ci vorranno un sacco di farmaci,
Per capire quello che avevamo, ma ora non abbiamo più.
Non c’è religione che possa salvarmi, non importa perchè i miei soldi sono sul pavimento. (Ooooh), Quindi pensa a tutti i sacrifici che sto facendo, per tenerti al mio fianco, e trattenerti dall’uscire da quella porta
Perchè non ci sarà più luce del sole, se ti perderò baby.
Non ci saranno più cieli sereni, se ti perderò baby.
Proprio come le nuvole che passano, io farò lo stesso,
Se tu te ne vai, tutto cadrà dal cielo, cadrà dal cielo, cadrà dal cielo.
(ooooh, ooooh, ooooh, ooooh)
Non sarò mai il preferito di tua madre; tuo padre non riesce nemmeno guardarmi negli occhi.
(ooooh), se fossi nei loro panni io farei lo stesso, dire che la mia bambina se ne va, camminando con quel tipo fastidioso.
Ma questa è solo la parte di ciò che loro non riescono a capire,
(ooooh), ma piccolo tesoro guardami mentre gli faccio cambiare idea.
Sì per te, ci proverò, ci proverò, ci proverò, ci proverò,
Raccoglierò questi pezzi rotti fino a che non sanguinerò, se questo servirà.
Perchè non ci sarà più luce del sole, se ti perderò baby.
Non ci saranno più cieli sereni, se ti perderò baby.
Proprio come le nuvole che passano, io farò lo stesso,
Se tu te ne vai, tutto cadrà dal cielo, cadrà dal cielo, cadrà dal cielo.
(Ooooh, ooooh, ooooh)
(Ooooh) Non dirmi addio, non dirmi, addio,
Raccoglierò questi pezzi rotti fino a che non sanguinerò, se questo servirà.
Perchè non ci sarà più luce del sole, se ti perderò baby.
Non ci saranno più cieli sereni, se ti perderò baby.
Proprio come le nuvole che passano, io farò lo stesso,
Se tu te ne vai, tutto cadrà dal cielo, cadrà dal cielo, cadrà dal cielo.
(ooooh, ooooh, ooooh)

Bruno Mars
http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=fwr1hm_oBxE

domenica 20 novembre 2011

Alla tua salute, Amore mio!

Sono folle di te, amore
che vieni a rintracciare
nei miei trascorsi
questi giocattoli rotti delle mie parole.
Ti faccio dono di tutto
se vuoi,
tanto io sono solo una fanciulla
piena di poesia
e coperta di lacrime salate,
io voglio solo addormentarmi
sulla ripa del cielo stellato
e diventare un dolce vento.

Alda Marini


Niente ferisce, avvelena, ammala, quanto la delusione...

 Perché la delusione è un dolore che deriva sempre da una speranza svanita, una sconfitta che nasce sempre da una fiducia tradita cioè dal voltafaccia di qualcuno o qualcosa in cui credevamo. 
 [Oriana Fallaci]

Rimani


Rimani! Riposati accanto a me. Non te n'andare.
Io ti veglierò. Io ti proteggerò.
Ti pentirai di tutto fuorchè di essere venuta a me,
liberamente, fieramente. Ti amo.
Non ho nessun pensiero che non sia tuo
non ho nel sangue nessun desidero che non sia per te;
lo sai. Non vedo nella mia vita altra compagna,
non vedo altra gioia... Rimani. Riposati!
Non temere di nulla. Rimani stanotte sul mio cuore.




                                                      G. D'ANNUNZIO