giovedì 30 settembre 2010

Tute blu, il contratto nazionale sul viale del tramonto


Lavoro  


   

In caso di crisi aziendale o di sviluppo occupazionale le imprese metalmeccaniche e i sindacati potranno definire deroghe al contratto nazionale su tutte le materie, a esclusione dei minimi salariali e degli scatti di anzianità, oltre naturalmente ai diritti individuali derivanti da norme inderogabili di legge. Ecco in sintesi una scheda su cosa prevede l'accordo firmato oggi da Federmeccanica e Fim e Uilm sulla possibilita' di definire 'intese modificative' al contratto nazionale


Ieri Federmeccanica, Fim-Cisl e Uilm hanno raggiunto l'accordo sulle deroghe al contratto nazionale delle tute blu. Come si ipotizzava già nei giorni scorsi, le deroghe - che saranno inserite nel ccnl di categoria tramite l'articolo 4 bis "Intese modificative del contratto" - si attiveranno solo in situazioni di crisi o per favorire lo sviluppo di un'area (come nel caso di Pomigliano) e saranno realizzate da intese territoriali e aziendali, successivamente convalidate a livello nazionale (con una sorta di silenzio assenso, ci sarà il via libera trascorsi 20 giorni dal ricevimento delle intese da parte del sindacato nazionale).
"Al fine di favorire lo sviluppo economico ed occupazionale - si legge nel documento comune siglato al termine dell'incontro in Confindustria - mediante la creazione di condizioni utili a nuovi investimenti o all'avvio di nuove iniziative ovvero per contenere gli effetti economici e occupazionali derivanti da situazioni di crisi aziendali, possono essere realizzate specifiche intese modificative, anche in via sperimentale o temporanea, di uno o più istituti disciplinati dal presente ccnl e degli accordi dallo stesso richiamati".
Resta assolutamente fuori dalle deroghe la parte economica del contratto: "Le intese modificative - si legge - non potranno riguardare i minimi tabellari, gli aumenti periodici di anzianità e l'elemento perequativo" nonché "i diritti inviolabili derivanti da norme inderogabili di legge" mentre tutte le altre materie potranno essere modificabili, a partire dall'orario di lavoro e dagli straordinari.
Soddisfatti dell'accordo imprese e sindacati firmatari, anche se resta irrisolto il "nodo" auto. Se Federmeccanica insiste nel chiedere norme specifiche per il comparto, Fim e Uilm ancora nicchiano, ritenendo sufficienti le deroghe su cui oggi è stata siglata l'intesa. Ma per il dg di Federmeccanica, Roberto Santarelli, le intese modificative al contratto messe a punto "possono soddisfare in parte anche le esigenze della Fiat, ma per Fabbrica Italia credo che ci sia bisogno anche di altre cose. Non solo per la Fiat ma anche per le altre aziende del mondo auto". Secondo Santarelli, insomma, "la richiesta di un tavolo per l'auto risponde a un altro punto del contratto. Si parla di una definizione di una commissione per individuare discipline per comparti omogenei per caratteristiche organizzative, così come era accaduto per la siderurgia" e addirittura "possiamo individuare altri comparti man mano che si manifestano le esigenze".
Al momento però Fim e Uilm non hanno dato la disponibilità. E infatti al termine dell'incontro proprio il leader della Uilm, Rocco Palombella, è stato perentorio su questo punto. "Non ci sarà nessun incontro specifico per il settore auto all'interno della discussione del contratto - ha affermato -. Ci hanno chiesto un incontro per il 5 ottobre, ma da parte nostra non c'è nessuna disponibilità. Il 5 vediamo la Fiat in un incontro già definito da tempo e in quell'occasione - ha continuato Palombella - chiederemo all'azienda di dare avvio all'investimento da 20 miliardi previsto dal piano 2010-2014".
Sulla stessa linea il segretario della Fim, Giuseppe Farina: "Le esigenze della Fiat - ha sottolineato - sono state accolte con questo accordo, non c'è più nessuna ragione perché il Lingotto rivendichi nuove regole".
Auto a parte però, sia Federmeccanica che sindacati hanno commentato positivamente l'accordo sulle deroghe al ccnl delle tute blu. Non così la Fiom-Cgil di Maurizio Landini, che ha bollato di nuovo oggi l'intesa sulle deroghe come "uno strappo gravissimo alla democrazia" tanto più che "chi ha firmato non ha il mandato dei lavoratori". Ma la Uilm non ci sta e per difendere il lavoro fatto ha chiamato in causa i giuslavoristi. "Quello raggiunto sulle intese modificative - ha dichiarato Palombella - è un accordo importante per tutto il comparto metalmeccanico, riconosciuto anche da autorevoli giuslavoristi. Infatti, prima di siglare l'intesa, ovvero questa mattina, nell'ufficio dell'ex ministro del Lavoro, Tiziano Treu, abbiamo sottoposto i cardini principali dell'accordo, oltre che allo stesso Treu, anche al professor Maresca, a Reboani e Pandolfi, tutti autorevoli giuslavoristi". E "tutti - ha annunciato - hanno espresso un parere favorevole all'intesa a dimostrazione che la scelta fatta è quella giusta".
Ma vediamoli nel dettaglio i punti del nuovo accordo:
In caso di crisi aziendale o di sviluppo occupazionale le imprese metalmeccaniche e i sindacati potranno definire deroghe al contratto nazionale su tutte le materie, a esclusione dei minimi salariali e degli scatti di anzianità, oltre naturalmente ai diritti individuali derivanti da norme inderogabili di legge.
- CONDIZIONI: le intese modificative saranno possibili solo per 'favorire lo sviluppo economico ed occupazionale mediante la creazione di condizioni utili a nuovi investimenti, o all'avvio di nuove iniziative' o per 'contenere gli effetti economici e occupazionali derivanti da situazioni di crisi aziendale'. Si potrà trattare quindi solo in caso di crisi o di sviluppo.
- MATERIE: non sono definite le materie sulle quali si può discutere ma solo quelle non derogabili, ovvero 'i minimi tabellari, gli aumenti periodici d'anzianità e l'elemento perequativo, oltreché i diritti individuali derivanti da norme inderogabili di legge'.
- CHI NEGOZIA: le intese sono definite a livello aziendale con l'assistenza delle associazioni industriali e delle strutture territoriali delle organizzazioni sindacali stipulanti.
- OBIETTIVI: Le intese dovranno indicare gli obiettivi che si intendono conseguire, la durata (qualora di natura sperimentale o temporanea), i riferimenti puntuali agli articoli del contratto oggetto di modifica.
- SILENZIO ASSENSO: le intese sottoscritte sono trasmesse per la loro validazione alle parti che hanno stipulato il contratto (Federmeccanica e Fim e Uilm nazionali, ndr) e, 'in assenza di pronunciamento, trascorsi 20 giorni di calendario dal ricevimento, acquisiscono efficacia e modificano, per le materie e la durata definite, le relative clausole del Ccnl'.
- VERIFICA: Sei mesi prima della scadenza del contratto (fine 2012) 'le parti si incontreranno per verificare funzionamento ed efficacia di quanto concordato e apportare eventuali integrazioni o correzioni qualora ritenuto necessario'.
Fonte:
http://www.paneacqua.eu/notizia.php?id=15864
http://www.paneacqua.eu/notizia.php?id=15858

mercoledì 29 settembre 2010

Buongiorno Mondo!




Nascere uomo su questa terra è un incarico sacro.
Abbiamo una responsabilità sacra,
dovuta a questo dono eccezionale che ci è stato fatto,
ben al di sopra del dono meraviglioso
che è la vita delle piante, dei pesci, dei boschi, 
degli uccelli e di tutte le creature che vivono sulla terra.
Noi siamo in grado di prenderci cura di loro.

-Shenandoah Onondaga- 



Il flirt

IL flirt
   Mentre l'Italia del lavoro diventa un campo di macerie, il segretario della CGIL è in pieno flirt con la Presidente della Confindustria con la quale scambia baci e sorrisi e si accinge a restituire  quanto resta dei  diritti mentre il Parlamento, con la finta opposizione del PD sta per demolire per sempre lo Statuto dei Diritti dei Lavoratori ed in particolare l'art.18. Mentre  flirta  con la Marcegaglia, dopo l'incontro di Genova preceduto da una intensa diplomazia sotterranea del PD che vorrebbe accreditarsi partito che tutelerà "con serietà" gli interessi confindustriali, Epifani finge di non  vedere la sofferenza di circa sei milioni di precari condannati a meschine retribuzioni inferiori oltre il quaranta per cento dei minimi contrattuali e presenta le sue credenziali alla Confindustria: una perdita secca di circa 5 mila euro l'anno dei lavoratori dovuta a diversi fattori (parametri per i rinnovi contrattuali, fiscal drag, niente scala mobile), perdita maggiore di quella denunziata dal centro studi della CGIL se si tiene conto dei salari di fatto nella piccola e media azienda, negli studi professionali, nell'agricoltura, nel piccolo commercio. Vedete come siamo stati bravi a contenere il costo del lavoro!
 L'obiettivo che si è proposto la Confindustria è la sterilizzazione del ccnl attraverso deroghe. La strada è stata indicata con violenza da Marchionne il quale vorrebbe produrre in Europa a costi inferiori di tutti gli altri. Ma la deroga avrebbe effetti devastanti in tutto il Mezzogiorno d'Italia dove non esiste contrattazione articolata per settori o per territori e l'unico punto di riferimento legale è il contratto nazionale. Introduce un principio di derogabilità dai minimi nazionali che non costituiranno più un punto di riferimento. Non ho dubbi che l'ottimismo ed i larghi sorrisi di Guglielmo Epifani e di Emma Marcegaglia sono  segno di una intesa già raggiunta. Questa intesa demolirà la regola che ancora mantiene un certo ordine ed una certa legalità nei posti di lavoro. Poi non ci sarà più niente. Il salario sarà quello imposto dal datore di lavoro e dipenderà dal suo buon cuore e dalle sue convenienze.
  L'Italia è un paese anomalo da tanti punti di vista. Ha un Parlamento tutto di destra con una opposizione che pur avendo un esteso elettorato popolare rappresenta interessi padronali al pari del centro-destra; ha  sindacati che a differenza di altri sindacati europei
non danno e non garantiscono niente ai lavoratori ma tolgono diritti conquistati o garantiti dalla legge.
  L'età pensionabile è stata innalzata ad oltre i settanta anni con una truffaldina trovata inserita in una finanziaria. Questa trovata  è stata una idea geniale del governo ma è stata concordata con le tre confederazioni che hanno fatto finta di non vedere come peraltro hanno fatto in tante altre occasioni del genere.  A differenza di Sacconi che si limita a parlare genericamente di  "complicità sindacali", Tremonti ha voluto informare il mondo intero di quanto sono fessi ed autolesionisti i sindacati italiani!
 Non ho dubbi che la vicenda dei licenziamenti dei professori "precari" non troverà soluzioni nonostante il patetico appello del Presidente della repubblica, il pianto di tanti insegnanti privati del loro lavoro perduto  magari dopo venti anni, le agitazioni, gli stiliti e quant'altro. La CGIL tranne che in Sicilia non ha alzato un dito in loro favore derubricando la questione in una mera vertenza di categoria. Ma la devastazione gelminiana della scuola italiana è una questione generale che riguarda il welfare, la libertà e la democrazia degli italiani. La CGIL avrebbe dovuto organizzare uno sciopero generale per la scuola come hanno fatto i sindacati francesi. Ma non lo ha fatto e non lo farà. Lo stesso atteggiamento mantiene per la sanità che oramai è diventata uno strumento per il finanziamento delle cliniche private e con una crescente insolente privatizzazione della attività dei medici. Con i soldi pubblici del servizio sanitario si sono costituiti imperi economici in tante regioni d'Italia. Imperi che attraverso i loro giornali spesso scandalistici
ed aggressivi condizionano la politica italiana.
 In sostanza  diritti, salari, scuola, sanità e pensioni sono in un tritacarne. Inoltre crescono le distanze sociali e le ingiustizie di un Paese che registra centinaia di migliaia di mutilati del lavoro, migliaia di morti, e che ha un sistema penitenziario nel quale  si suicidano o vengono suicidati diecine e diecine di detenuti all'anno.
 Considero eversiva per la Costituzione e l'equilibrio democratico del Paese l'azione del PD e delle Confederazioni Sindacali. La dialettica politica e sindacale  è stata da sempre garanzia di equilibrio e di coesione sociale. Ora che tutto il Parlamento e tutto il Sindacato si spostano a destra non c'è più equilibrio in un paese in cui il risentimento sociale diventa acutissimo ma senza vie di sbocco.
 Pietro Ancona
già sindacalista CGIL e membro CNEL



























































































martedì 28 settembre 2010

Libertà

La libertà non verrà oggi, quest'anno 
o mai
tramite il compromesso e la paura.
Io ho gli stessi diritti
di chiunque altro
di camminare 
con le mie gambe
e possedere la terra.
Sono stufo di sentirmi ripetere
"Lascia correre.
Domani è un altro giorno" 
Non mi serve la libertà da morto.
Non posso vivere del pane di domani.
La libertà
è un seme robusto
seminato
nella grande necessità.
Io pure vivo qui.
E voglio la libertà
esattamente come te.

lunedì 27 settembre 2010

Solitudine


La solitudine è come la pioggia.
Si alza dal mare verso sera;
dalle pianure lontane, distanti,
sale verso il cielo a cui da sempre appartiene.
E proprio dal cielo ricade sulla città.

Piove quaggiù nelle ore crepuscolari,
allorché tutti i vicoli si volgono verso il mattino
e i corpi, che nulla hanno trovato,
delusi e affranti si lasciano l'un l'altro;
e persone che si odiano a vicenda
sono costrette a dormire insieme in un letto unico:
è allora che la solitudine scorre insieme ai fiumi.


R.M.R.

le mie poesie per te..




Io temo un uomo silenzioso




Io temo un uomo dall'eloquio frugale
Io temo un uomo silenzioso
L'arringatore, lo posso sovrastare
Il chiacchierone, intrattenerlo

Ma colui che soppesa, mentre gli altri
spendono le loro ultime monete,
da quest'uomo mi guardo
ho paura che sia grande.

Emily Dickinson






domenica 26 settembre 2010

Repubblica

..non voglio stare un secondo in più in un paese in mano alle mafie, laddove la politica è mafia e quest'ultima è politica. Siamo all'interno di un regime politico/mafioso. La lotta alle mafie si fa con lo Stato, la politica e la società tutta. Ma lo Stato, la politica e la società sono in buona parte mafie. In una situazione così inedita ed eccezionale chi dovrebbe proteggere e tutelare la parte sana della società? La parte sana stessa? Sarebbe troppo facile pernsare che la società civile possa incidere sull'esistente, perchè oggettivamente stanno vincendo loro..ogni giorno conquistano quel che vogliono attraverso strumenti leciti ed illeciti (soprattutto illeciti). Il fatto di Cosentino è l'ennesima prova di come vincono sempre le mafie/politica. Vogliamo lottare? Allora ripensiamo agli strumenti di lotta, perchè così come adesso perderemo sempre! Qualcuno potrebbe replicare con la solita retorica del voto. Ma in una società italiana manipolata mediaticamente dall'autocrate Silvio, dove vige il ricatto ed il voto di scambio, laddove vengono persino manipolate le schede elettorali, dove l'estremismo raccoglie largo consenso su un popolo di vecchi, giovani decelebrati ed ignoranti in mano a pregiudizi e stereotipi di ogni sorta..cosa ci aspettiamo dal risultato elettorale? Forse dovremmo dare meno fiducia al voto, ricostruendo prima di tutto un tessuto sociale lontano da questa politica. E solo dopo si potrà pensare al potere democratico dell'alternativa alle elezioni. 
Comunque, siamo nella merda più totale..la sintesi è questa!
Di:Fabio Canò

Per sempre



Per sempre me ne andrò per questi lidi,
tra la sabbia e la schiuma del mare.
L'alta marea cancellerà le mie impronte,
e il vento disperderà la schiuma.
Ma il mare e la spiaggia dureranno 
in eterno. 

KAHLIL GIBRAN

sabato 25 settembre 2010

Se tu non mi vedi




Se tu non mi vedi non importa
sarà il tuo profumo misto al mio
ad avvicinarci senza mai lasciarci

Se tu non mi senti non importa
sarà la melodia che i nostri cuori intonano
a far sì che le parole non servano

Se tu non mi conosci non importa
ogni stella, ogni alba, ogni tramonto
ti parleranno di me come mai
avevi sentito

Se tu non mi trovi non importa
i nostri sentieri sanno già
in quale strada incrociarsi
per non perdersi mai più

Prendi le mie parole
fanne una collana da indossare
tutti i giorni

Prendi le mie frasi e fanne una cornice,
nei giorni di tristezza e malinconia
non ti sentirai più solo

Prendi il mio cuore
rattoppato, ferito troppe volte
ma vivo e pulsante
e ascolta cosa ti sussurra

Chiudi gli occhi
e fatti accompagnare nel mondo dei sogni
dove io sarò lì ad aspettarti
eterna presenza dei giorni tuoi.

Ishak Alioui



martedì 21 settembre 2010

Via lattea

"



Tu mi dirai:
"Udir le stelle!
Certo
perdesti il senno."
 Io ti dirò, frattanto,
che per udire il celeste concerto,
le finestre apro attratta
dall’incanto.
E con le stelle io parlo.
 Brilla tanto
la Via Lattea come uno scrigno aperto.
Ma appena sorge il sole, con rimpianto,
le cerco ancora nel cielo deserto.
” Mia stolta amica,
 quale conforto
hai dalle stelle se guardi
l’infinito?
Che dicono quando sei con loro assorta?”
Ama,
 se vuoi comprendere le stelle
perché solo amando
 si può aver l'udito
capace di intendere le loro favelle.


OLAVO BILAC 




lunedì 20 settembre 2010

Fiore di velluto



Il tuo corpo inconscio nel sonno 

sussulta e si agita scomposto 

come un fiore di velluto 

in preda a chissà quale vento 


Persino il tuo respiro sottolinea il disagio, 

così diverso dal solito russare. 

Qualche parola sconnessa di un discorso, incomprensibile, 

agita la tua bocca di velluto rosso, 

come in una richiesta d’aiuto, 

per fuggire da un terribile mostro. 

Già la luce filtra nella stanza 

illumina la mia mano che danza 

e scivola sul velluto caldo del tuo corpo 

che mi avvolge col suo profumo intenso. 

exnoglobal

domenica 19 settembre 2010

Urlo


"Quiete' una parola così dolcemente straziante

che la urlerei fino a farle sanguinare rumore"..


C.F.

Poesia Comunista



L'ombra che ho frugato ormai non mi appartiene 
 Non scrivo perché altri libri mi imprigionino bensì per semplici abitanti che chiedono acqua e luna, scuole, pane e vino, chitarre e arnesi.
Scrivo per il popolo per quanto non possa leggere la mia poesia con i suoi occhi rurali.
Verrà il momento in cui una riga, giungerà alle sue orecchie e allora il contadino alzerà gli occhi l'operaio si pulirà la fronte, il pescatore vedrà meglio il bagliore di un pesce che palpitando gli brucerà le mani,il meccanico, pulito, appena lavato, pieno del profumo del sapone guarderà le poesie e queste gli diranno forse: "E' stato un compagno":questa è la corona che voglio.
Voglio che all'uscita di fabbriche e miniere stia la mia poesia attaccata alla terra,all'aria, alla vittoria dell'uomo maltrattato.
Voglio che un giovane trovi nella scorza che io forgiai con lentezza e con metalli come una cassa,aprendola, faccia a faccia, la vita,e affondandovi l'l'anima tocchi le raffiche che fecero la mia gioia...

Dev’esserci..



Dev’esserci un colore da scoprire, un recondito accordo di parole

Dev’esserci una chiave per aprire nel muro smisurato questa porta

Dev’esserci un’isola più a sud, una corda più tesa e vibrante

Un altro mare che nuota in un altro blu

Un’altra intonazione più cantante

Poesia tardiva che non riesci a dire la metà di quel che sai

Non taci quando puoi, non sconfessi  questo corpo casuale e inadeguato


Josè Saramago

sabato 18 settembre 2010

LA GUERRA INVISIBILE INVISIBILE


 È morto in battaglia il tenente Alessandro Romani, incursore italiano delle forze speciali che combattono di nascosto in Afghanistan una guerra persa, inutile e controproducente. E cosa dice il maggior partito dell'opposizione? «Il governo riferisca in parlamento». Siamo alla ritualità e al cordoglio istituzionale. Inutile sperare in un esplicito «basta». L'Italia non può sparare sulla propria Costituzione di pace, questa guerra ha causato decine di massacri di civili. Invece tutto rientra nella rumorosa normalità della «guerra» per bande dentro la maggioranza di centrodestra - Fini solidale con la famiglia della vittima ha definito la presenza italiana «indispensabile» - e nel confronto scontro tra le forze del cosiddetto centrosinistra.Eppure l'evidenza distruttiva della guerra ieri è precipitata sulla politica e sui palazzi italiani. 30 morti dal 2004 in un conflitto non dichiarato, ma che rivendichiamo pur affermando che «non siamo in guerra», dovrebbero essere un drammatico avvertimento sanguinoso. La guerra continua, nonostante abbia aiutato l'espandersi dei taleban che ora spadroneggiano in 33 delle 34 province afghane. Nonostante si sia addirittura estesa alle regioni confinanti dell'immenso e rischioso Afghanistan. Domani in Afghanistan si vota per le elezioni parlamentari. E allora riecco il menzognero ministro della difesa Ignazio La Russa motivare la presenza militare italiana a baluardo delle «elezioni e della democrazia». Dimentico che nemmeno un anno fa dichiarava lo stesso per il voto presidenziale che elesse Hamid Karzai, mentre la commissione degli osservatori internazionali dichiarava la consultazione inficiata da troppi brogli.Ora Karzai è presidente perché l'Amministrazione Usa, pur consapevole dell'amara verità del voto in Afghanistan con una guerra in corso, ha tacitato la verità dei brogli elettorali. E domani Karzai, che cerca la rivincita, già mette le mani avanti annunciando che «ci saranno brogli». Con l'ineffabile ministro La Russa occupato a tenergli bordone dichiarando che «non c'è da preoccuparsi, ci sono brogli anche da noi». Sarebbe da ridere, se non ci fossero di mezzo tante vittime, e non solo quelle dei contingenti occidentali della Nato - ieri sono state cinque in soltanto 24 ore - ma migliaia di civili massacrati dalla guerra condotta dall'alto, a base di raid aerei e droni, gli ipertecnologici velivoli senza pilota che, anonimamente e vigliaccamente, mirano ai «terroristi», ma sparando nel mucchio di villaggi abitati e seminando distrattamente stragi che non hanno più titolo sulle nostre cronache.Solo poche ore prima dell'uccisione in battaglia del militare italiano, sempre il ministro La Russa, ricevendo il segretario della Nato Rasmussen, aveva dato la disponibilità dell'Italia ad aumentare il numero dei nostri soldati che ora ammontano a più di quattromila. Sarebbero «addestratori», ma è chiaro a tutti che si tratta di forze speciali da usare in combattimento, come per la battaglia di ieri, nelle aree a sud di Farah, sempre più vicino al fuoco del conflitto che è la provincia di Helmand malamente tenuta anche dalle truppe americane. Oltre centomila statunitensi ormai, sui 150.000 complessivi del contingente Isaf, a guida Nato. Americani in difficoltà anche dopo l'arrivo dei trentunomila soldati in più chiesti dal generale McChristal prima di squagliarsela e nonostante l'arrivo del generale Petraeus che stenta qui ad applicare la strategia dell'«acquista il nemico» in parte riuscita in Iraq.Ce n'è abbastanza, prima che questa guerra scattata nell'ottobre del 2001 come vendetta per gli attentati dell'11 settembre a New York e Washington, diventi anche il nostro Vietnam, perché a sinistra un'iniziativa pacifista dica che la guerra non è «costituente», cioè utile a dimostrare l'adeguatezza bipartisan alle questioni della globalizzazione. Essa serve solo a distruggere le terre afgane e qui a militarizzare con il meccanismo della paura il governo della società, le questioni dei marginali, degli immigrati, della protesta sociale contro la crisi economica. Non altro. E se mettessimo la guerra all'ordine del giorno di quelle che vengono chiamate «primarie»?



di Tommaso Di Francesco (il Manifesto)


I governi della sinistra e destra borghese sono i sostenitori della guerra dei padroni italiani contro il popolo Afghano. Ogni volta che muore un soldato delle truppe d'occupazione i politici borghesi esprimono il loro cordoglio. Ma quale cordoglio sono loro i responsabili. In guerra si uccide e si viene uccisi.